Il sindaco: sì al deposito costiero di gnl
di Giandomenico Mele
«Puntiamo all’autonomia energetica della città e anche al servizio di rifornimento per le navi che presto andranno a gas»
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OLBIA. Via libera del sindaco di Olbia al deposito costiero di gas naturale liquefatto nel porto Cocciani. Settimo Nizzi, durante il collegamento social “Il sindaco in diretta” ha espresso parere positivo: «Il progetto per l’impianto di stoccaggio di gas nella zona industriale è importante ed già in una fase avanzata di autorizzazione, con un processo decisionale che passa attraverso la conferenza di servizi organizzata dai vigili del fuoco regionali e dal ministero della Transizione ecologica a livello nazionale». Il Consiglio superiore dei lavori pubblici dovrà fare le proprie considerazioni e darci il benestare finale – ha aggiunto Nizzi – noi speriamo vivamente di realizzare questo sogno, perché ci metterebbe nelle condizioni di poter sfruttare anche il gas prodotto nella discarica di Spiritu Santu, cercando allo stesso tempo di limitare le esalazioni di cui si lamentano i nostri concittadini residenti e i turisti che vivono a Murta Maria».
L’impatto ambientale. Lo scorso 27 gennaio è stato avviato al ministero della Transizione ecologica l’iter per la Valutazione di impatto ambientale del progetto della Olbia Lng terminal srl, azienda che propone la realizzazione di un deposito costiero di gas naturale liquefatto da 40 mila metri cubi nel porto Cocciani di Olbia. La società è partecipata al 47,5% da Bb Energy trading, al 47,5% da Vittorio Marzano, imprenditore proprietario di Fiamma 2000 e al 5% dal socio Antonio Nicotra. Oltre al deposito costiero, che potrà ricevere navi metaniere da 30 mila metri cubi, la società progetta nell’area anche una centrale a ciclo combinato da 180 Mw. «Cerchiamo di portare a casa il miglior risultato possibile e realizzare tramite il gas un modello di produzione di energia elettrica che dia non soltanto autonomia alla nostra città, ma soprattutto la possibilità per le navi che da qui a pochi anni andranno a gas di potersi rifornire in porto – ha sottolineato il sindaco Nizzi –. Senza i servizi è difficile dare risposte, siano esse in termini di diportismo nautico che commerciali, che riguardano anche le tratte e i collegamenti in continuità territoriale».
Il progetto. Il deposito costiero di gas rappresenta un investimento che punta ad alimentare la rete di distribuzione locale del gas di Olbia ed altre reti del gas municipali e industriali della Sardegna. Tra gli utilizzi del gas naturale liquefatto ci sarebbero quelli a favore di stazioni di rifornimento stradali e ai tratti di ferrovie sarde non elettrificate, nonché per il bunkeraggio di traghetti e altre navi all’Isola Bianca, oltre a ridistribuire il Gnl con piccole metaniere in altri porti della Sardegna e del Tirreno.
No del Cipnes. Il Consorzio industriale, da parte sua, aveva detto no all’installazione di un deposito a Cocciani. «La posizione del Cipnes è già stata espressa pubblicamente nel mese di aprile 2021, sul sito istituzionale – aveva sottolineato il presidente Gianni Sarti –. L'area individuata dalla società non è dunque a disposizione e non lo sarà». Contestualmente al no al deposito, però, il Cipnes aveva passato la palla all’Autorità portuale. «Occorre precisare che l’autorità preposta alla concessione degli accosti delle navi nel porto industriale, anche di quelle definite gasiere, non è il Cipnes, ma l’Autorità portuale – ancora il presidente Sarti –. È quest’ultima che ha le funzioni di programmazione e coordinamento delle operazioni portuali e delle altre attività commerciali e industriali esercitate nei porti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’impatto ambientale. Lo scorso 27 gennaio è stato avviato al ministero della Transizione ecologica l’iter per la Valutazione di impatto ambientale del progetto della Olbia Lng terminal srl, azienda che propone la realizzazione di un deposito costiero di gas naturale liquefatto da 40 mila metri cubi nel porto Cocciani di Olbia. La società è partecipata al 47,5% da Bb Energy trading, al 47,5% da Vittorio Marzano, imprenditore proprietario di Fiamma 2000 e al 5% dal socio Antonio Nicotra. Oltre al deposito costiero, che potrà ricevere navi metaniere da 30 mila metri cubi, la società progetta nell’area anche una centrale a ciclo combinato da 180 Mw. «Cerchiamo di portare a casa il miglior risultato possibile e realizzare tramite il gas un modello di produzione di energia elettrica che dia non soltanto autonomia alla nostra città, ma soprattutto la possibilità per le navi che da qui a pochi anni andranno a gas di potersi rifornire in porto – ha sottolineato il sindaco Nizzi –. Senza i servizi è difficile dare risposte, siano esse in termini di diportismo nautico che commerciali, che riguardano anche le tratte e i collegamenti in continuità territoriale».
Il progetto. Il deposito costiero di gas rappresenta un investimento che punta ad alimentare la rete di distribuzione locale del gas di Olbia ed altre reti del gas municipali e industriali della Sardegna. Tra gli utilizzi del gas naturale liquefatto ci sarebbero quelli a favore di stazioni di rifornimento stradali e ai tratti di ferrovie sarde non elettrificate, nonché per il bunkeraggio di traghetti e altre navi all’Isola Bianca, oltre a ridistribuire il Gnl con piccole metaniere in altri porti della Sardegna e del Tirreno.
No del Cipnes. Il Consorzio industriale, da parte sua, aveva detto no all’installazione di un deposito a Cocciani. «La posizione del Cipnes è già stata espressa pubblicamente nel mese di aprile 2021, sul sito istituzionale – aveva sottolineato il presidente Gianni Sarti –. L'area individuata dalla società non è dunque a disposizione e non lo sarà». Contestualmente al no al deposito, però, il Cipnes aveva passato la palla all’Autorità portuale. «Occorre precisare che l’autorità preposta alla concessione degli accosti delle navi nel porto industriale, anche di quelle definite gasiere, non è il Cipnes, ma l’Autorità portuale – ancora il presidente Sarti –. È quest’ultima che ha le funzioni di programmazione e coordinamento delle operazioni portuali e delle altre attività commerciali e industriali esercitate nei porti».
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