La città si prepara all’accoglienza
di Giuseppe Pulina
Fuga dall’Ucraina aggredita, Comune e Caritas in azione. Una mamma e la figlia le prime arrivate
11 marzo 2022
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TEMPIO . Vuole battere forte il cuore solidale della città di pietra. Granitica come i muri delle sue case, sa di avere un cuore generoso. Lo ha dimostrato in mille occasioni e intende farlo anche ora di fronte all’emergenza provocata dall’attacco russo all’Ucraina. Il Comune ha già fatto i primi passi con i due assessorati (i Servizi sociali di Anna Paola Aisoni e Protezione civile di Francesco Quargnenti) che per competenza dovranno coordinare gli interventi in favore dei profughi che stanno già iniziando ad arrivare. Per ora si contano pochi arrivi, ma nessuno ignora che questi sono solo la prima avvisaglia di un flusso che, sempre più consistente, si diramerà in tutte le regioni.
«Ci stiamo preparando per l’arrivo di profughi previsto nella prossima settimana. Il problema principale – fa sapere l’assessore Aisoni – è la mancanza del passaporto che, per quanto paradossale sia, non fa oltrepassare la frontiera. È accaduto al figlio di una signora ucraina che risiede a Tempio e che al momento si trova bloccata ai confini».
L’8 marzo si è svolta in municipio una prima riunione tra amministratori e associazioni. Presente anche il canonico della cattedrale, don Giorgio Diana, in rappresentanza delle parrocchie cittadine. A dimostrazione di come l’intera città intenda mobilitarsi e fare la sua parte per dare ospitalità a chi cerca scampo lungo la via balcanica per riparare in Italia. «L’incontro – ha precisato il sindaco Gianni Addis – è stato fatto per condividere le ancora poche informazioni sull'emergenza profughi». E anche questo è un problema, perché, a quanto pare, non sarebbe stata ancora approntata una comune linea per l’accoglienza. «Il fatto – conferma Aisoni – è che ci sono poche direttive, e anche per questo il sindaco ha contattato il prefetto. Ci sarebbero le direttive Anci, ma queste riguardano soprattutto controlli sanitari e vaccinazioni».
Si procede, allora, con la raccolta di coperte e medicinali nella sede della Caritas diocesana. È stata attivata nei locali del seminario vescovile e funge da primo punto di riferimento per chi vuole fare subito qualcosa. A Tempio sono tredici i cittadini ucraini residenti. Alcuni sono stati già contattati, altri lo saranno nei prossimi giorni. Verranno contattati per avere informazioni sui familiari ancora presenti in Ucraina e pianificare una loro eventuale accoglienza. «L’ultimo fine settimana – racconta Anna Paola Aisoni – è giunta in città una mamma con la figlia; sono state accolte dal sindaco e stiamo già provvedendo a fornire sostegno». Le sistemazioni non riguarderanno però solo Tempio. «Abbiamo già una famiglia a Valledoria – fa, infatti sapere, Domenico Ruzzitu, direttore della Caritas diocesana – e quello che stiamo ora facendo è la mappatura, seppure approssimativa, delle singole comunità per capire se e quanti appartamenti verranno messi a disposizione». Secondo Ruzzitu, difficilmente arriveranno bambini non accompagnati. Molto più probabile è l’arrivo nell’isola di nuclei familiari. «Da parte nostra – tiene a chiarire l’assessore Aisoni – verificheremo le condizioni di abitabilità degli immobili per eventualmente intervenire e migliorarne la funzionalità. Ci stiamo preparando anche al dopo, vale a dire integrazione, scuole, disponibilità di professionisti per supporto psicologico ed esperti di intermediazione culturale. Tutta la struttura dei Servizi sociali è impegnata in questa emergenza per l’inclusione in una comunità che si è sempre mostrata generosa e solidale quando è stato necessario».
«Ci stiamo preparando per l’arrivo di profughi previsto nella prossima settimana. Il problema principale – fa sapere l’assessore Aisoni – è la mancanza del passaporto che, per quanto paradossale sia, non fa oltrepassare la frontiera. È accaduto al figlio di una signora ucraina che risiede a Tempio e che al momento si trova bloccata ai confini».
L’8 marzo si è svolta in municipio una prima riunione tra amministratori e associazioni. Presente anche il canonico della cattedrale, don Giorgio Diana, in rappresentanza delle parrocchie cittadine. A dimostrazione di come l’intera città intenda mobilitarsi e fare la sua parte per dare ospitalità a chi cerca scampo lungo la via balcanica per riparare in Italia. «L’incontro – ha precisato il sindaco Gianni Addis – è stato fatto per condividere le ancora poche informazioni sull'emergenza profughi». E anche questo è un problema, perché, a quanto pare, non sarebbe stata ancora approntata una comune linea per l’accoglienza. «Il fatto – conferma Aisoni – è che ci sono poche direttive, e anche per questo il sindaco ha contattato il prefetto. Ci sarebbero le direttive Anci, ma queste riguardano soprattutto controlli sanitari e vaccinazioni».
Si procede, allora, con la raccolta di coperte e medicinali nella sede della Caritas diocesana. È stata attivata nei locali del seminario vescovile e funge da primo punto di riferimento per chi vuole fare subito qualcosa. A Tempio sono tredici i cittadini ucraini residenti. Alcuni sono stati già contattati, altri lo saranno nei prossimi giorni. Verranno contattati per avere informazioni sui familiari ancora presenti in Ucraina e pianificare una loro eventuale accoglienza. «L’ultimo fine settimana – racconta Anna Paola Aisoni – è giunta in città una mamma con la figlia; sono state accolte dal sindaco e stiamo già provvedendo a fornire sostegno». Le sistemazioni non riguarderanno però solo Tempio. «Abbiamo già una famiglia a Valledoria – fa, infatti sapere, Domenico Ruzzitu, direttore della Caritas diocesana – e quello che stiamo ora facendo è la mappatura, seppure approssimativa, delle singole comunità per capire se e quanti appartamenti verranno messi a disposizione». Secondo Ruzzitu, difficilmente arriveranno bambini non accompagnati. Molto più probabile è l’arrivo nell’isola di nuclei familiari. «Da parte nostra – tiene a chiarire l’assessore Aisoni – verificheremo le condizioni di abitabilità degli immobili per eventualmente intervenire e migliorarne la funzionalità. Ci stiamo preparando anche al dopo, vale a dire integrazione, scuole, disponibilità di professionisti per supporto psicologico ed esperti di intermediazione culturale. Tutta la struttura dei Servizi sociali è impegnata in questa emergenza per l’inclusione in una comunità che si è sempre mostrata generosa e solidale quando è stato necessario».