La Nuova Sardegna

Olbia

La sentenza

Il calvario di un marito accusato ingiustamente di avere picchiato e violentato la moglie, assolto dopo 4 anni

Il calvario di un marito accusato ingiustamente di avere picchiato e violentato la moglie, assolto dopo 4 anni

Olbia, l'uomo aveva trascorso anche un anno in carcere. I difensori: «La fine di un incubo». I testi del pm denunciati per falsa testimonianza

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Olbia Nessun maltrattamento, nessuna violenza sessuale nei confronti della moglie. Dopo quattro anni dai fatti e dopo aver trascorso un anno in carcere, il tribunale lo ha giudicato innocente con la formula più ampia. L’uomo, un impresario edile di 41 anni, è stato “assolto per non aver commesso il fatto”. Tutte le accuse sono risultate infondate. La sentenza del collegio presieduto dal giudice Marco Contu è arrivata dopo un’arringa difensiva durata cinque ore nel corso della quale gli avvocati Nicola Di Benedetto e Giampaolo Murrighile, sono riusciti a smontare l’impianto accusatorio. Il pm aveva chiesto 6 anni di reclusione.

Ad assistere in aula alla lettura della sentenza, l’imputato accompagnato da sua moglie. La donna non lo ha mai denunciato, diceva che litigavano spesso, ma ha sempre negato di essere stata violentata e picchiata. I fatti si riferiscono al settembre 2019 e si tratta del primo caso di Codice rosso in Gallura. L’uomo era accusato di maltrattamenti e violenza sessuale nei confronti della moglie e di violenza assistita nei confronti dei figli minori davanti ai quali, stando alle contestazioni della Procura, avvenivano aggressioni e minacce. Era stato indagato dopo le accuse mosse dalle amiche della moglie e dai vicini di casa che, allarmati dalle urla della donna, avevano chiamato i carabinieri. Poco dopo era scattata la misura cautelare in carcere. Aveva trascorso un anno in cella a Bancali e successivamente il giudice gli aveva vietato di avvicinarsi alla donna.

Nel corso del processo, l’impianto accusatorio ha cominciato a cedere e a non trovare riscontro. Tra l’altro, due testimoni del pm, sentiti in aula, hanno ridimensionato le accuse mosse all’epoca dei fatti non riconoscendo in parte le dichiarazioni rese allora, e per questo sono stati denunciati per falsa testimonianza. A tarda sera, dopo una lunga camera di consiglio, l’assoluzione.

«Quella della violenza di genere è una sicura piaga sociale, ma proprio per questo ho sempre creduto fermamente nell’innocenza dell’assistito. Questa assoluzione dà lustro all’intera giustizia e restituisce dignità ad un uomo ingiustamente accusato di un crimine abbietto», dice l’avvocato Murrighile.

«Finalmente è finito il calvario di una famiglia e sono emerse le effettive dinamiche dei fatti, inizialmente mal interpretate, ma che il tribunale, anche col contributo della difesa, ha saputo riportare alla realtà», aggiunge l’avvocato Di Benedetto.
 

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