Olbia, il sindaco Nizzi alla Marina della Sacra Famiglia: «Via i pontili da Mogadiscio»
Avanzano i cantieri del progetto Iti. Il primo cittadino: «La costa va liberata, per le barche troveremo un altro posto». Via anche il cantiere Moro
Olbia. Tra pontili e barchette adesso soffiano venti di rivolta. La Marina della Sacra Famiglia, nata nove anni fa per cancellare il degrado dalla zona di Mogadiscio, dovrà fare i bagagli. Il motivo è questo: il progetto Iti sta avanzando e per la piccola associazione popolare non ci sarà più posto. La conferma arriva dal sindaco Settimo Nizzi. «Il fronte mare deve essere liberato – dice –. Abbiamo in mente una riqualificazione generale della linea di costa». Il sindaco, però, non chiude del tutto le sue porte alla Marina. E parla così di un nuovo progetto in grado di riorganizzare gli spazi nel golfo. «Pensiamo a un master plan della portualità e della marineria locale – spiega Settimo Nizzi –. Servirà per dare risposte ai cittadini che vogliono utilizzare il mare. Ma un conto è farlo come è avvenuto fino a oggi, dove ognuno ha fatto un po’ come ha voluto, un’altra cosa è invece realizzare un vero progetto di città, naturalmente insieme alle altre autorità. È in quella sede che si deciderà dove mettere i pontili e come realizzarli». Insomma, i proprietari delle piccole imbarcazioni della Sacra Famiglia, assicura il primo cittadino, troveranno in futuro un’altra sistemazione. Così come dovrà traslocare anche il cantiere Moro, contro cui va clamorosamente a sbattere il primo tratto della pista ciclabile.
La Marina. I soci della Marina sono decisamente preoccupati. Una delegazione, nelle scorse settimane, ha anche incontrato l’amministrazione. Nulla da fare. I pontili dovranno essere smontati. Una decisione, quella del Comune, che ha scatenato la rabbia dei proprietari delle piccole imbarcazioni. Hanno investito centinaia di migliaia di euro e, in più, vorrebbero vedersi riconoscere il ruolo giocato negli ultimi nove anni. Era infatti la fine del 2014 quando l’allora commissario dell’Autorità portuale, Nunzio Martello, decise di dare il via alla riqualificazione dei litorali del golfo: via i vecchi e malandati pontili abusivi e al loro posto le passerelle, ordinate e a norma, autogestite direttamente dai cittadini riuniti in associazioni. Fu così che in città nacquero due Marine: quella di Tilibbas e appunto quella della Sacra Famiglia, sorta con 120 soci tra piccoli pescatori e amanti del mare in generale. Due realtà che, oltre a gestire i pontili, si danno anche da fare per organizzare eventi e manifestazioni dedicate alla tradizione marinara e allo sport in acqua.
Via i pontili. La Marina della Sacra Famiglia, ormai da diversi mesi, è però circondata dai cantieri del progetto Iti. E cioè il maxi piano di rigenerazione urbana che sta interessando la zona della Sacra Famiglia e il quartiere di Poltu Cuadu. L’intera area di Mogadiscio, da una vita abbandonata a se stessa, sarà per esempio trasformata in una sorta di grande parco sul mare con prati, aree fitness, aiuole, camminamenti, infopoint e chioschi-bar, attualmente in costruzione. In fase di realizzazione anche il tratto della pista ciclabile che sarà collegata con quella del vicino parco Mario Cervo e quelle che stanno pian piano sorgendo a Poltu Cuadu e che arriveranno fino all’aeroporto. Un progetto che, per il sindaco Nizzi, è però incompatibile con i quattro pontili della piccola marina. Per questo il Comune ha chiesto alla Port authority il permesso di far liberare l’area. «Con i proprietari delle barche abbiamo parlato chiaramente – dice Nizzi –. Stiamo riqualificando la linea di costa e abbiamo chiesto e ottenuto, dalle istituzioni titolari della sicurezza del mare e della proprietà, questa possibilità. Quindi si toglie e si pulisce tutto. Anche in contemporanea con questa operazione, però, si potrà realizzare un progetto per decidere dove mettere i pontili e come farli. Per la città abbiamo in mente un progetto ambizioso e fruibile da tutti. Se invece si chiude un posto non si genera certo benessere». Anche per questo dovrà essere spostato il vicino cantiere Moro, come è noto ormai da diversi anni. Al suo posto passerà la pista ciclabile, in parte costruita e interrotta proprio a ridosso del muro di cinta.