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Olbia, il Molo Brin diventa una marina per mega yacht: ecco il progetto


	Il rendering del futuro porto turistico al Molo Brin
Il rendering del futuro porto turistico al Molo Brin

Oggi, venerdì 20 settembre, Authority e Quay Royal hanno firmato l’atto di concessione. I posti barca saranno 17, la banchina sarà riqualificata

20 settembre 2024
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Olbia. Il Molo Brin diventerà presto una marina per mega yacht. Nella mattinata di oggi, venerdì 20 settembre, il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Massimo Deiana, e l’amministratore unico di Quay Royal, Gian Pietro Sirca, hanno firmato l’atto formale di concessione demaniale marittima trentennale per una porzione del lato sud del porto storico olbiese. I lavori dovrebbero prendere il via nei prossimi mesi.

Si parla di oltre 41mila metri quadri complessivi tra aree a terra e specchi acquei che, una volta conclusi i lavori di riqualificazione e adeguamento da parte del concessionario, potranno ospitare navi da diporto fino a 150 metri di lunghezza. Saranno 17 in tutto i posti barca disponibili, con ormeggio perpendicolare alla banchina, così distribuiti: 2 fino a 45 metri di lunghezza, 8 fino a 65, 2 per 85 metri, 4 per 105. L’ultimo, che avrà ormeggio affiancato su buona parte della testata del molo, potrà ricevere mega yacht fino a 150 metri di lunghezza.

L’intero banchinamento, attualmente delimitato da fioriere, sarà riqualificato con pavimentazione in granito, nuove bitte per l’ormeggio, nicchie per gli impianti di fornitura idrica ed elettrica alle imbarcazioni, calpestio in legno esotico, maggiormente adatto all’ambiente marino, lungo tutto il ciglio banchina. Una piccola porzione del molo, in passato occupata da un distributore di carburanti, ospiterà un impianto per la raccolta delle sentine e degli olii esausti.

Il cuore pulsante della nuova marina sarà il vecchio fabbricato, di 800 metri quadri, un tempo adibito ad officina meccanica e deposito doganale. Struttura, questa, realizzata prima degli anni 50 che, una volta riqualificato, andrà ad ospitare gli uffici direzionali, i locali tecnici e di servizio per il personale. Tutta l’area in concessione, delimitata da dissuasori e controllata da apposito servizio di guardiania, sarà resa libera all’accesso pedonale. Parte della testata del molo, che guarda all’isola di Tavolara, verrà, invece, adibita a vera e propria piazza sul mare.

Un percorso amministrativo lunghissimo, quello che ha portato oggi alla firma dell’atto di concessione demaniale marittima. Avviato nel 2004, con la presentazione della prima istanza da parte della società Italian Blue llc per conto di Quay Royal Olbia e proseguito con successivi adeguamenti progettuali, dinieghi in conferenza di servizi per mancata congruità con gli strumenti pianificatori del porto e ricorsi al Tar, ha subito l’accelerazione definitiva, nel marzo 2021, con l’approvazione dell’adeguamento tecnico funzionale al Prp vigente che ha modificato la destinazione della porzione del porto storico. Atto, questo, che ha consentito la conclusione dell’iter dell’istanza di Quay Royal il cui capitale, nel settembre 2021, è stato interamente acquisito da Moys Srl.

«Oggi è una giornata importante per la città di Olbia che, finalmente, dopo un iter lungo vent’anni, avrà una marina di livello internazionale nel cuore del centro storico – commenta Massimo Deiana, presidente dell’Adsp del Mare di Sardegna –. Il nuovo porto turistico, che sorgerà nella porzione meridionale del Brin, sarà il primo dell’isola ad ospitare all’ormeggio le classi mega e giga yacht. È un primo traguardo importante per l’intero sistema portuale sardo che, gradualmente, sta adeguando le proprie infrastrutture per soddisfare un mercato, quello della nautica da diporto e della cantieristica, in continua ascesa e dalle enormi ricadute economiche e sociali».

I lavori al Molo Brin comporteranno inevitabilmente non pochi disagi alla viabilità, considerato che oggi il vecchio porto olbiese è uno dei più grandi parcheggi della città. Il Comune, come spiegato nei mesi scorsi dal sindaco Settimo Nizzi, si è messo al lavoro per trovare un’alternativa. Si punta per esempio sull’apertura del parcheggio sotterraneo (abbandonato) che si trova alla radice di viale Isola Bianca. 

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