La Nuova Sardegna

Strade

La Sassari-Olbia è terminata, tredici anni dopo la prima pietra

di Alessandro Pirina
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Domani 22 gennaio l’apertura dell’ultimo tratto della quattro corsie tra Oschiri e Berchidda. Il cantiere era stato aperto nel 2012 con l’obiettivo di chiuderlo entro il 2016

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Sassari Era il 20 giugno 2012 quando fu posata la prima pietra. Al timone della Regione c’era Ugo Cappellacci, a Palazzo Chigi sedeva Mario Monti, alla Casa Bianca Barack Obama non aveva ancora annunciato l’intenzione di ricandidarsi per un secondo mandato. Tredici anni dopo - e anche dopo tre giunte regionali, otto governi e tre avvicendamenti alla Casa Bianca - la Sassari-Olbia vede finalmente la luce. Domani alle 11.30 sarà aperto il ponte sul Rio Mannu tra Oschiri e Berchidda, l’ultimo tratto che mancava per vedere terminata la quattro corsie che collega le due città del settentrione dell’isola, avvinando il nordovest al nordest. Per l’occasione saranno presenti il sottosegretario Alessandro Morelli, l’assessore regionale Antonio Piu, l’amministratore delegato e direttore generale di Anas Aldo Isi, i sindaci di Oschiri Roberto Carta e di Berchidda Andrea Nieddu.

Una cerimonia attesa da anni, anche perché da quando sono stati aperti i cantieri la fine lavori era stata continuamente posticipata. Forse fece bene l’allora governatore Cappellacci, quando nel 2012 in occasione della posa della prima pietra, preferì non sbilanciarsi sulla conclusione dei lavori, anche perché ai tempi non erano stati ancora appaltati tre lotti. Non fece altrettanto l’allora direttore generale dell’Anas. «L’opera sarà completata tra il 2015 e il 2016». Profezia errata. Anche perché nel 2016 ci fu solo un parziale taglio del nastro alla presenza del governatore Francesco Pigliaru e del ministro Graziano Delrio: 4 lotti su nove, 23 chilometri su 79. Poco più di un quarto dell’infrastruttura, ma comunque una prima svolta per un territorio che era costretto a muoversi su una due corsie colma di ostacoli, spesso letali. Decine le croci disseminate lungo la Sassari-Olbia. In quel periodo però i lavori furono frenati da alcune inchieste, da Sindacopoli a indagini per infiltrazioni mafiose su alcune imprese, ma cionostante l’Anas, questa volta per bocca di un altro direttore generale, assicurò: «Entro due anni la quattro corsie sarà terminata».

A quel primo taglio del nastro ne sono seguiti diversi altri. Piccole porzioni di strada inaugurate da assessori e sindaci in fascia tricolore. Pezzo per pezzo, insomma, la Sassari-Olbia vedeva la luce, ma la fine dei lavori veniva continuamente rinviata. All’appello mancavano sempre due lotti. Il 2 tra Ardara e Ozieri, il 4 tra Monti e Berchidda. Nell’ultima fase della giunta Solinas l’assessore Pierluigi Saiu si era sbilanciato: strada finita entro i primi sei mesi del 2024. Troppo ottimista. E così il “the end” è stato rinviato alla fine dell’anno. L’assessore Antonio Piu l’aveva assicurato in più interviste. Ci è andato vicinissimo. Sul tratto Oschiri-Berchidda mancavano gli ultimi dettagli. Ora è arrivato il gran giorno. Domani la Sassari-Olbia sarà definitivamente terminata. Tredici anni dopo la posa della prima pietra. E dopo diversi lustri di battaglie e manifestazioni. Un merito di questo risultato, per quanto tardivo sulla tabella di marcia, va infatti anche a quei comitati di cittadini che, nel silenzio iniziale di buona parte delle istituzioni, hanno fatto diventare la Sassari-Olbia una priorità dell’agenda politica.
 

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