«Felici a Olbia con quattro figli, noi in controtendenza»
Nascite in calo nell’isola, ma non in città. Cristian e Ana Maria si raccontano e lanciano un appello alle altre famiglie su Fb: «Aiutiamoci a vicenda, senza denaro»
Olbia Nascite in picchiata in tutta Italia, Sardegna compresa. L’unica a fare eccezione è Olbia, città in continua crescita. Ma in un panorama complessivo, quello che sta portando i giovani a fare sempre meno figli o a non farne proprio, c’è una coppia che va sicuramente in controtendenza. L’ultimo dei loro bambini, il quarto, è arrivato meno di due settimane fa, e se dovesse “bussare” anche il quinto, sarebbe il benvenuto in questa famiglia.
Cristian Orrù, 42 anni, originario di Oristano e sua moglie Ana Maria Axinte, 33 anni, di origine romena ma in Italia dal 2009, sono davvero felici. «No, non sono cambiati i tempi, ma le persone. La felicità sta nella famiglia, ma senza pretese. Nella lista delle nostre priorità non ci sono né il denaro, né un benessere esagerato e nemmeno l’ultimo iphone». Però a loro non manca nulla e davanti a tutto mettono il tempo. «Io faccio il tecnico, mi occupo di impianti di condizionamento e di refrigerazione. Mi facevo davvero il mazzo tutto il giorno. Poi ho deciso: basta. Mi organizzo e lavoro solo al mattino e il resto del mio tempo lo dedico alla famiglia. Con mia moglie ci dividiamo così i compiti, tra le faccende di casa, i figli da andare a prendere a scuola e le commissioni. E non ci facciamo mancare qualche viaggio, quando è possibile».
Ana Maria, che ogni tanto fa anche qualche lavoretto, è raggiante. Le sorridono gli occhioni azzurri. Tiene appoggiato al suo petto il piccolo Liam, nato lo scorso 17 ottobre, e poi, a turno, lo dà in braccio agli altri figli che lo reclamano a gran voce: Chloe, 12 anni, Joel, 8 anni e Nathan di quasi 4. Cristian e Ana Maria si sono conosciuti su una passerella. Lei ha partecipato a tanti concorsi di bellezza, lui a gare di canto. Si sono incrociati più volte, anche sul palco di miss e mister Europa, organizzato da Massimo Eretta, e da lì è cominciata la loro storia d’amore. «Cristian mi ha colpito per la sua semplicità - racconta Ana Maria -. Piccole cose che per me erano grandi cose, piccoli gesti che per me volevano dire tutto. Mi raccoglieva le more per strada, o mi offriva un pezzo di pizza sul marciapiede. Momenti indimenticabili, che mi facevano sentire una regina».
Sì, perché lei ha vissuto un’infanzia tremenda, in Romania. Quando morì il padre, la madre abbandonò lei e i suoi fratelli. «Se ne andò, non si fece vedere per tre anni e nessuno ci tese una mano. Mangiavamo qualche frutto raccolto dagli alberi, a volte solo un’insalata di prezzemolo. Quando poi, tre anni dopo, mia madre si rifece viva - racconta Ana -, camminammo un giorno e una notte interi a piedi per prendere un treno e raggiungere un paese dove ci stabilimmo per sette anni: tutti in una piccola casa, senza luce né acqua». Poi l’arrivo in Italia e, quindi in Sardegna, a Oristano: «Era il 2009 e ho dovuto pagare 250 euro per poter lavorare. Poi la svolta, quando ho incontrato Cristian: lui sognava di fare il cantante, io sfilavo sulle passerella e partecipavo ai concorsi ma senza sognare una vita nel mondo dello spettacolo. E alla fine abbiamo scelto di costruire una famiglia, una vera e meravigliosa famiglia».
Le lacrime scendono, il passato di Ana Maria è pieno di dolore e sofferenza, ma adesso, finalmente, la vita le sorride. «Viviamo in una casa in affitto a Olbia e stiamo benissimo - aggiunge Cristian -. Siamo credenti e praticanti da qualche anno stiamo seguendo un cammino con i francescani. E cerchiamo di essere un sostegno anche per altre famiglie». A questo proposito Cristian Orrù ha avuto un’idea. Su Facebook si è rivolto ad altre famiglie, «magari che non hanno nessuno come noi, per aiutarci a vicenda. Vorrei creare una pagina in cui ognuno metta a disposizione il proprio tempo perso, in cambio dello stesso favore. In un mondo dove tutto ha un prezzo e dove si è sempre più schiavi del denaro, questa piccola esperienza forse potrebbe fare bene a tante famiglie. Che si tratti di una commissione, di un servizio di baby sitting, che sia anche solo per fare qualche lavatrice e riporre la biancheria nell'armadio o aiutare un ragazzo a fare i compiti. Sto sognando o secondo voi è fattibile? In fondo il bene più prezioso che abbiamo è il tempo. Sarebbe come tornare al baratto di una volta».