Manager delle imprese di famiglia, appassionato di basket: comunità sconvolta per la morte di Carlo Iervolino
L’imprenditore di 41 anni è stato colpito da una grave infezione da malaria dopo una vacanza in Africa
Olbia Carlo Iervolino non ce l’ha fatta: il giovane imprenditore olbiese è morto ieri pomeriggio, 22 novembre, a causa della grave infezione da malaria che ha contratto in Africa. L’uomo, 42 anni da compiere, era ricoverato in rianimazione al Giovanni Paolo II da due giorni.
Le sue condizioni erano apparse subito disperate al personale medico e sanitario che lo aveva preso in cura. La notizia della morte ha scioccato la città, dove la famiglia Iervolino è molto conosciuta. Carlo Iervolino era partito per una breve vacanza nell’arcipelago di Zanzibar, a fine ottobre.
Qualche giorno di relax insieme a un amico: era la sua prima volta nel continente africano. Al rientro nessun problema apparente, ma poi la febbre aveva iniziato a manifestarsi. Fino a quando, mercoledì sera, la situazione è precipitata. La febbre è salita velocemente e Iervolino ha perso i sensi. All’arrivo in ospedale le sue condizioni sono apparse subito gravissime. Per un giorno e mezzo la mamma Bianca, il fratello Luca, la sorella Silvia, gli amici sono stati al suo capezzale nella speranza che Carlo uscisse dal coma. Per ore la sua vita è rimasta appesa a un filo. Un filo flebilissimo, perché fin da subito si era capito che solo un miracolo avrebbe potuto evitare il tragico epilogo. Poi, ieri pomeriggio, il duro colpo: i sanitari hanno attivato la procedura di accertamento di morte cerebrale e a quel punto è stato chiarissimo che non ci fosse più niente da fare. Le condizioni di Carlo Iervolino erano troppo gravi e nessuna terapia adottata era riuscita ad avere gli effetti sperati e a salvargli la vita.
Carlo Iervolino, che avrebbe compiuto 42 anni a gennaio, era conosciutissimo a Olbia. Il padre Gianni, morto a 76 anni nel 2021, era stato uno dei pionieri della televisione privata, patron di Cinquestelle e Radio Internazionale, ma anche il fondatore della Marbo, prima e unica azienda in Sardegna nel campo della carta tissue fondata nel 1973. La mamma Bianca è un pilastro delle aziende di famiglia nel campo delle lavanderie industriali, la Biancasarda (oggi Clea) che lui da qualche tempo aveva rilevato.
Carlo era il secondogenito, prima di lui era nato il fratello Luca. Lascia anche una sorella, Silvia. L’intera città è sotto choc per la sua morte improvvisa. Capelli ricci e lunghi, un modo di vestire colorato, sempre gentile e con il sorriso, a Olbia non era uno che passava inosservato. E infatti non appena la notizia è diventata di dominio pubblico sui social è stato un diluvio di commenti, di saluti, di post di addio. Amici e conoscenti distrutti dal dolore, locali e band che hanno deciso di annullare serate e concerti in segno di lutto e vicinanza alla famiglia. Anche la squadra di pallacanestro della Virtus Olbia lo ha voluto ricordare con un post. Carlo era un grande appassionato di basket, la sua famiglia per anni era stata protagonista in città con l’Olimpia. E in questi anni lui non si perdeva una partita in casa della Dinamo al PalaSerradimigni.