La Nuova Sardegna

Olbia

Il processo

Contagi Covid nelle discoteche in Costa Smeralda: parla il direttore dell’Asl Gallura

Contagi Covid nelle discoteche in Costa Smeralda: parla il direttore dell’Asl Gallura

Secondo le accuse i locali Billionaire, Phi Beach e Country Club non avrebbero adottato le misure a tutela del personale

3 MINUTI DI LETTURA





Arzachena «Fui contattato dall’amministratore unico del Billionaire, Roberto Pretto. Mi chiese se c’era la possibilità di fare dei tamponi al personale, ricordo che il locale era chiuso, era dopo ferragosto. Molti locali avevano chiuso anticipatamente la stagione perché c’erano stati dei problemi di contagio Covid».

Marcello Acciaro, direttore generale della Asl Gallura, citato dal difensore di Pretto, l’avvocata Antonella Cuccureddu, ha spiegato oggi, 11 marzo, le attività svolte per fronteggiare i contagi Covid nell’estate 2020. «È stato un periodo d’inferno», ha detto più volte, ricordando quel periodo. Il processo che si sta celebrando davanti al collegio presieduto da Caterina Interlandi è quello sui presunti contagi Covid tra i lavoratori del Billionaire, del Phi Beach e del Country club.

Secondo le accuse della Procura di Tempio – in aula la pm Noemi Mancini – nelle tre discoteche non sarebbero state adottate le misure anti contagio a tutela del personale. Diversi dipendenti si ammalarono di Covid. Roberto Pretto e la società Billionaire devono rispondere di epidemia colposa e lesioni personali colpose, mentre gli amministratori delle società proprietarie del Phi Beach di Baia Sardinia, Luciano Guidi, e del Country club di Porto Rotondo, William Franco Carrington Royston, viene contestato il reato di lesioni colpose. Rispondendo alle domande, Acciaro ha rimarcato che «quell’epidemia estiva, era stata molto meno grave di quelle che si erano verificate a marzo e a ottobre che, peraltro – ha detto – ha contagiato anche me, portandomi praticamente a una morte sicura. Io sono un sopravvissuto, sono stato in coma per più di un mese. Era un’epidemia molto leggera, abbiamo avuto pochi ricoveri».

In merito ai locali sotto accusa, ha detto di aver ricevuto da Pretto l’elenco del personale del Billionaire. «Quando i tecnici andarono per fare i tamponi, tutti i dipendenti erano stati convocati nella struttura. Non ricordo esattamente il numero dei positivi, credo una decina al Billionaire e altrettanti al Phi beach, ma non ricordo con precisione. Abbiamo chiesto che i lavoratori positivi venissero messi in isolamento e quelli negativi mandati via. I lavoratori positivi sono stati sottoposti al monitoraggio con un tampone ogni 7 giorni, come prevedeva la norma all’epoca, finché non fossero diventati negativi. Il dottor Pretto – ha proseguito Acciaro – ci aveva anche consegnato un registro, un file informatico, con i nomi delle persone che avevano prenotato e che erano andate nel locale per un’ulteriore fase di indagine, ma poi, non è stato utilizzato. Non c’era stata la necessità di fare questo tipo di indagine. Non avevamo ricevuto segnalazioni di casi importanti di cluster».

Rispondendo alle domande dell’avvocato Roberto Nati,  difensore della società Medex, il direttore generale della Asl Gallura ha riferito di aver ricevuto anche dall’amministrazione del Phi Beach richiesta (con sollecitazione il giorno dopo) per fare i tamponi al proprio personale. Sono stati sentiti, poi, alcuni dipendenti del Billionaire. Tra questi, un addetto al piano sicurezza, il quale ha spiegato che il personale aveva seguito corsi di formazione, che a disposizione dei lavoratori c’erano le mascherine chirurgiche e quelle  in stoffa col logo del locale da mettere sopra, e tutti gli altri dispositivi anti contagio previsti dalla norma. (t.s.) 

Primo piano
Tribunale

Sassari, minacce e insulti alle coinquiline: chiesti tre anni per Claudio Dettori

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative