«Vogliamo un milione e mezzo»
di Davide Pinna
La ditta esautorata dai lavori del mercato civico pronta a chiedere un maxi risarcimento al Comune
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ORISTANO. Fallita? Macché, la Dentoni Costruzioni Generali naviga in acque serene e non ha mai avuto problemi, assicura l’amministratore unico Antonello Dentoni che racconta, dopo anni, la sua versione sulle responsabilità nell’incompiuta del mercato civico di via Mazzini e attacca l’amministrazione comunale, responsabile di quella che definisce una «campagna di discredito per la quale sarà chiesto un risarcimento».
Nel 2015 la DCG vinse l’appalto per la progettazione esecutiva e la ristrutturazione del mercato civico di via Mazzini. I rapporti con l’amministrazione, sindaco all'epoca era Guido Tendas, non furono mai semplici. La situazione precipitò con l’insediamento di Andrea Lutzu fino ad arrivare nel 2018 alla risoluzione del contratto e all'affidamento alla seconda classificata, la Pellegrini, reduce dai lavori di realizzazione del nuovo palasport di Sa Rodia. L’ultima novità risale a maggio, quando è stato revisionato il progetto definitivo e quella che doveva essere una ristrutturazione si è trasformata in una demolizione, a causa del degrado strutturale del vecchio mercato.
Ora Comune e DCG si fronteggiano in tribunale, dopo una causa in cui la ditta è intenzionata a chiedere almeno un milione e mezzo di risarcimento per l’anticipata risoluzione del contratto. Già solo su questo elemento, il contrasto è insanabile. Il Comune, nei suoi atti, ha sempre sostenuto che la risoluzione del contratto sia arrivata a ottobre del 2018, per propria iniziativa, a causa della grave inadempienza contrattuale della ditta. Dentoni invece afferma: «Il contratto è stato risolto di diritto dalla ditta il 14 luglio 2018. Su questo presentammo anche un ricorso urgente al tribunale di Oristano, in attesa della decisione sulla causa principale, che è stato parzialmente accolto e che il Comune non ha mai reclamato».
«Il Tribunale aveva rigettato tutte le richieste della ditta – spiegarono invece dal Comune a febbraio 2019 –, tranne quella sulla sospensione della comunicazione all’autorità nazionale anti-corruzione in merito alla risoluzione del contratto». Ma la contesa su chi abbia effettivamente risolto il contratto poco interessa i cittadini, che piuttosto vorrebbero sapere di chi sono le responsabilità degli enormi ritardi. Per Dentoni il Comune sapeva sin dal 2007 che il fabbricato non poteva essere ristrutturato, come dimostra una delibera consiliare del 19 dicembre. Prima cittadina era Angela Nonnis, mentre Andrea Lutzu sarebbe diventato assessore ai Lavori pubblici più avanti e all’epoca era un semplice consigliere.
La delibera accoglieva la relazione dell’architetto fiorentino Giovanni Corradetti che spiegava che era necessario realizzare una nuova struttura, dopo le verifiche su quella esistente. Il primo progetto, però, venne abbandonato per interferenze con la falda acquifera. La giunta Tendas ne fece predisporre un secondo che poi fu al centro della gara d’appalto. Qui, secondo Dentoni, sta il problema: «Il Comune, e questo l’ha riconosciuto anche il Tribunale, ha omesso di evidenziare le indicazioni sul degrado della struttura nel progetto preliminare posto a base d’asta». Dentoni contesta anche la legittimità dell’affidamento alla seconda classificata: «L'Anticorruzione ha spiegato che deve avvenire alle medesime condizioni già proposte dall’originario aggiudicatario. La variazione del contratto, da ristrutturazione a demolizione, costituirebbe pertanto una violazione delle norme. Peraltro non è dato sapere perché tale variazione non sia stata autorizzata a noi e venga prospettata, tre anni dopo, all’impresa subentrante».
Lo scontro si risolverà in tribunale, intanto il mercato resterà per molto un rudere.
Nel 2015 la DCG vinse l’appalto per la progettazione esecutiva e la ristrutturazione del mercato civico di via Mazzini. I rapporti con l’amministrazione, sindaco all'epoca era Guido Tendas, non furono mai semplici. La situazione precipitò con l’insediamento di Andrea Lutzu fino ad arrivare nel 2018 alla risoluzione del contratto e all'affidamento alla seconda classificata, la Pellegrini, reduce dai lavori di realizzazione del nuovo palasport di Sa Rodia. L’ultima novità risale a maggio, quando è stato revisionato il progetto definitivo e quella che doveva essere una ristrutturazione si è trasformata in una demolizione, a causa del degrado strutturale del vecchio mercato.
Ora Comune e DCG si fronteggiano in tribunale, dopo una causa in cui la ditta è intenzionata a chiedere almeno un milione e mezzo di risarcimento per l’anticipata risoluzione del contratto. Già solo su questo elemento, il contrasto è insanabile. Il Comune, nei suoi atti, ha sempre sostenuto che la risoluzione del contratto sia arrivata a ottobre del 2018, per propria iniziativa, a causa della grave inadempienza contrattuale della ditta. Dentoni invece afferma: «Il contratto è stato risolto di diritto dalla ditta il 14 luglio 2018. Su questo presentammo anche un ricorso urgente al tribunale di Oristano, in attesa della decisione sulla causa principale, che è stato parzialmente accolto e che il Comune non ha mai reclamato».
«Il Tribunale aveva rigettato tutte le richieste della ditta – spiegarono invece dal Comune a febbraio 2019 –, tranne quella sulla sospensione della comunicazione all’autorità nazionale anti-corruzione in merito alla risoluzione del contratto». Ma la contesa su chi abbia effettivamente risolto il contratto poco interessa i cittadini, che piuttosto vorrebbero sapere di chi sono le responsabilità degli enormi ritardi. Per Dentoni il Comune sapeva sin dal 2007 che il fabbricato non poteva essere ristrutturato, come dimostra una delibera consiliare del 19 dicembre. Prima cittadina era Angela Nonnis, mentre Andrea Lutzu sarebbe diventato assessore ai Lavori pubblici più avanti e all’epoca era un semplice consigliere.
La delibera accoglieva la relazione dell’architetto fiorentino Giovanni Corradetti che spiegava che era necessario realizzare una nuova struttura, dopo le verifiche su quella esistente. Il primo progetto, però, venne abbandonato per interferenze con la falda acquifera. La giunta Tendas ne fece predisporre un secondo che poi fu al centro della gara d’appalto. Qui, secondo Dentoni, sta il problema: «Il Comune, e questo l’ha riconosciuto anche il Tribunale, ha omesso di evidenziare le indicazioni sul degrado della struttura nel progetto preliminare posto a base d’asta». Dentoni contesta anche la legittimità dell’affidamento alla seconda classificata: «L'Anticorruzione ha spiegato che deve avvenire alle medesime condizioni già proposte dall’originario aggiudicatario. La variazione del contratto, da ristrutturazione a demolizione, costituirebbe pertanto una violazione delle norme. Peraltro non è dato sapere perché tale variazione non sia stata autorizzata a noi e venga prospettata, tre anni dopo, all’impresa subentrante».
Lo scontro si risolverà in tribunale, intanto il mercato resterà per molto un rudere.