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Oristano

Sanità

Seimila persone senza medico di base a Terralba, il sindaco scrive a Sergio Mattarella

di Michela Cuccu

	Una visita medica
Una visita medica

Lettera del primo cittadino Sandro Pili indirizzata al presidente della Repubblica: «Gli ambulatori straordinari non bastano e a gennaio saranno ottomila i concittadini senza un dottore di riferimento»

17 giugno 2024
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Terralba «A luglio quasi seimila persone saranno senza medico di medicina generale, ma potrebbero diventare, entro l’anno, quasi ottomila». È la denuncia del sindaco Sandro Pili che ha deciso di rivolgersi al presidente della Repubblica nella speranza di riuscire a trovare una soluzione a una situazione diventata a dir poco allarmante. «Chiedo la Vostra cortese attenzione per rappresentare la grave situazione, già nota ad alcune delle Istituzioni in indirizzo, e i notevoli disagi che i miei concittadini stanno affrontando e subendo a causa della carenza di assistenza sanitaria di base, assistenza sanitaria fortemente compromessa anche a causa della carenza di medici di medicina generale, in violazione dell’Articolo 32 della nostra Costituzione, che ben conoscete: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”».

Inizia così la lettera-denuncia che il primo cittadino ha inviato, oltre che alla presidente della Regione Alessandra Todde, ma anche all’assessore alla Sanità, all’Ares e ai direttori generale e del Distretto sanitario Ales–Terralba della Asl 5, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e al ministro della Salute, Orazio Schillaci. La nota, inviata anche al prefetto di Oristano, Salvatore Angieri e al Presidente del Comitato del Distretto Ales–Terralba, Francesco Mereu, è un vero e proprio appello per trovare soluzioni che rendano possibile anche a quella parte di esclusi perché senza medico, di accedere ai servizi sanitari di base. Il sindaco riassume la situazione davvero allarmante nella quale versa Terralba, cittadina di quasi diecimila abitanti dei quali, alla fine di giugno, 3.500 non avranno un medico di medicina generale. «Fino a circa un anno fa nella comunità che mi onoro di rappresentare, lavoravano sei medici di medicina generale, oltre ai medici pediatri. Lo scorso anno, nei mesi di luglio e poi di dicembre, sono andati in pensione due medici di medicina generale, privando quasi 2.400 persone – dato aggiornato a oggi – dell’assistenza sanitaria di base».

La lettera prosegue segnalando come alla fine del mese termineranno il proprio servizio altri due medici di base, «privando dell’assistenza sanitaria altre 3.500 persone circa. Pertanto, in assenza di immediate soluzioni, dal prossimo mese di luglio quasi seimila persone saranno private del medico di medicina generale». La preoccupazione è che vista la difficoltà di reperire medici di medicina generale, le cose possano ulteriormente peggiorare. Scrive ancora Pili: «Alla fine del corrente anno andrà in pensione un altro medico di base, per cui dal prossimo mese di gennaio, in caso di mancata sostituzione dei medici, lavorerà a Terralba un solo medico di base con un limite di 1.000 pazienti, con quasi ottomila persone prive di assistenza sanitaria di base».

L’Asl finora è riuscita a tamponare la situazione in qualche modo con il sistema degli Ascot, gli ambulatori straordinari di continuità territoriale. «Il Servizio, attivato in questo momento di emergenza e operativo anche a Terralba, decisione ritenuta positiva anche dal sottoscritto considerandolo una soluzione temporanea, non è sufficiente a compensare la carenza dei medici di base, nonostante il grande impegno e abnegazione dell’ufficio preposto e dei medici che vi lavorano», puntualizza il sindaco, senza nascondere la preoccupazione maggiore: «Si prospetta una situazione drammatica, di ulteriore grave disagio, ove i cittadini stanno anche rinunciando a curarsi, situazione che non si esclude possa generare momenti di tensione e determinare problemi di ordine pubblico».

La conclusione di Sandro Pili è ancora più allarmante: «Mi appello alle Istituzioni in indirizzo affinché si adoperino per risolvere questa difficile situazione, che si prospetta a brevissimo ancora più drammatica e seria, tramite soluzioni celeri ed efficaci che diano certezza e stabilità al diritto alla tutela della salute sancito dalla Costituzione, ora violato. A tutela del diritto alla salute della cittadinanza che rappresento, in assenza di un celere e concreto riscontro mi riservo di sollevare la questione alle autorità competenti per eventuali responsabilità che ne potrebbero derivare».

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