La Nuova Sardegna

Oristano

Opere pubbliche

La Regione respinge il comitato di Bosa, il progetto per il fiume non cambia

di Alessandro Farina

	I fanali di segnalazione all'imbocco del Temo tra la diga foranea e l'Isola Rossa a Bosa
I fanali di segnalazione all'imbocco del Temo tra la diga foranea e l'Isola Rossa a Bosa

Il comitato Non ti Temo: «Giunta Todde come la giunta Solinas. I lavori distruggeranno la nostra terra»

04 ottobre 2024
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Bosa L’incontro in Regione il 24 settembre, che aveva come argomento i contestati progetti di difesa idraulica e idrogeologica, non ha dato gli esiti sperati dal comitato Non ti Temo, dal quale arriva un secco giudizio negativo sull’esito della riunione. Lo si capisce dalla «profonda delusione» che i cinquecento dell’agguerrito battaglione civico esprimono in una nota. Questa è anche l’occasione per lanciare un appello al Comune di Bosa perché in qualità di «responsabile della gestione e della manutenzione futura di queste opere» collabori proponendo varianti «E si esprima nei fatti su quella che rischia di essere una pesante, nonché altamente pericolosa, ipoteca sull’economia e sulle prospettive di sviluppo future (della valle e della città del Temo, ndc), oltre che uno sfregio irreversibile ad uno dei paesaggi più belli dell’isola».

Le opere difese dalla Regione vengono definite «Un’inutile colata di cemento da 70 milioni di euro sulla bellezza di Bosa». Al tavolo di confronto a Cagliari per la parte pubblica erano presenti l’assessore regionale Antonio Piu e l’équipe di tecnici coinvolta nei progetti, ma il confronto sembra non aver dato che minimi margini di ripensamento sul nodo della questione. Si è infatti registrata «Una chiusura totale in merito a varianti sostanziali alle opere contestate», come se la Regione fosse andata avanti seguendo il motto: «L’antico progetto andava portato in salvo!». Per questo viene poi sottolineata  «l’Imbarazzante continuità con le scelte commissariali della giunta Solinas, rispetto ai progetti e a un sistema «Che oggi risulta tecnicamente superato e totalmente insufficiente» per opere che invece «Minacciano di stravolgere irreversibilmente l’assetto ittio-avi-faunistico della valle fluviale, delle campagne fertilissime», ribadisce il comitato Non ti Temo.

In questa fase i progetti prevedono, a monte del ponte in trachite, opere che saranno la prima pietra che poi sarà parte di un sistema «Di opere ciclopiche, dal costo complessivo oltre 70 milioni di euro, per cui si prevede un calvario decennale di cantieri aperti, una miriade di espropri, un consumo di suolo fertile e agricolo smisurato». Le critiche sono rivolte in particolare a quella che viene definita la «Diga alta 21 metri» la cui costruzione è prevista nella zona di San Martino. Il compromesso proposto dal comitato Non ti Temo insomma non passa il vaglio del tavolo politico e tecnico della Regione, che ha motivato la scelta con la fase avanzata dell’iter rispetto alle opere contestate. Insomma, si è già andati troppo avanti perché si possa tornare indietro. Una controproposta la Regione l’ha comunque fatta di fronte all’alternativa palesata dal comitato, ma è stata ritenuta non sufficiente a sgombrare il campo dai dubbi: «Sembra che possano essere concesse solo minime, irrilevanti, varianti». Tutto ciò si traduce in una battagliera lapidaria dichiarazione: «Il Comitato non si presterà a essere complice dello sfregio permanente che la Regione intende ostinatamente portare avanti e solleverà urgentemente la questione ai Commissari competenti dell’Unione Europea».

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