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Oristano, allarme inquinamento: amianto sulle sponde del lago Omodeo

di Enrico Carta

	La discarica abusiva sulle rive del lago Omodeo nel territorio di Ula Tirso
La discarica abusiva sulle rive del lago Omodeo nel territorio di Ula Tirso

Eternit abbandonato anche lungo la provinciale che collega Milis e Paulilatino

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Oristano L’ultima cartolina è addirittura con vista sul lago Omodeo nel territorio comunale di Ula Tirso. Potrebbe essere un magnifico paesaggio e lo rimane, ma è anche l’ennesimo campanello di allarme su un fenomeno trascurato: l’amianto. Le campagne, non solo dell’Oristanese che comunque resta la zona più a rischio di tutta la Sardegna, pullulano di discariche abusive e l’eternit non è un materiale come gli altri che prima o poi, per quanto inquinante, si smaltisce naturalmente. Le sue fibre sono pericolosissime e necessitano di un trattamento speciale perché sia annientato il loro effetto sulla salute umana. Eppure si continua a scommettere sul fatto che nulla succederà e che, se capiterà la sfortuna di respirare le particelle, accadrà sempre a qualcun altro. Non più tardi di dieci giorni fa, l’Associazione regionale ex esposti aveva segnalato un altro caso gravissimo di discarica abusiva. In quell’occasione, le lastre sbriciolate e quindi ancora più pericolose erano state abbandonate lungo la strada provinciale 17 tra Paulilatino e Milis, residuo di qualche copertura di capannone o di garage domestico di cui il proprietario ha pensato di disfarsi in quel modo.

Al di là di questi episodi preoccupanti, il presidente di Areas, Giampaolo Lilliu, lancia l’allarme perché il problema è molto più esteso: «Il fenomeno è sempre più evidente, è per questo che è necessario un intervento a livello regionale per affrontare il problema nella sua complessità. Mancano contributi per i privati, mancano agevolazioni, manca un’opera di sensibilizzazione seria e capillare. Nel 70% delle abitazioni sarde c’è almeno un manufatto in amianto che necessita di essere smaltito secondo le procedure, ma molti ignorano questo, altri lo sanno e scientemente agiscono di nascosto abbandonando le lastre dove capita, altri ancora procrastinano gli interventi affidandosi alla buona sorte. Non dobbiamo però fare affidamento al caso, è invece necessario un intervento strutturale che copra l’intero territorio sardo».

È a questo punto che Giampaolo Lilliu chiama in causa la Regione, unica istituzione che può davvero mettersi alla guida di una battaglia per l’ambiente e la salute «che deve essere affrontata subito e in maniera convincente, mentre ultimamente tutto è fermo. I costi per lo smaltimento sono altissimi e i privati non ce la fanno da soli. Allora bisogna trovare il modo di incentivare gli interventi, magari associandoli a quelli per l’installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti, così da avere un doppio impatto importante in favore dell’ambiente. Penso sia necessario ipotizzare di far effettuare bonifiche a costo zero e agevolare le procedure. Abbiamo avuto il bonus per le facciate delle case, pensiamo davvero che non serva quello per smaltire un materiale così pericoloso come l’amianto? Non dimentichiamoci poi delle aree industriali o artigianali, dove tantissime aziende hanno chiuso da anni, ma restano gli edifici con le coperture in amianto. È tutto lì che pian piano si sbriciola senza che nessuno intervenga».

Poi ci sono problemi che riguardano anche infrastrutture pubbliche come le condotte idriche, «sulle quali si sta intervenendo, ma in maniera molto lenta. Tantissime sono di amianto e vanno sostituite quanto prima». Infine uno sguardo va lanciato verso il futuro: «La discarica di Bolotana dove viene sotterrato ora l’amianto regolarmente dismesso, non tarderà ad andare a esaurimento. Bisogna iniziare a prevedere un’alternativa prima di trovarci di fronte a un’ulteriore emergenza».

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