Su Puddu con le galline uccise, il sindaco attacca gli animalisti e difende la tradizione
Salvatore Pes: «Vogliono farci passare per barbari». Accuse ai parlamentari del Movimento 5 stelle e alla minoranza
Sedilo Non si placano le polemiche sull’utilizzo dei polli ammazzati durante la manifestazione Su Puddu nel carnevale di Sedilo. Questa volta, a sferrare l’attacco, è il sindaco del paese Salvatore Pes.
«Da qualche tempo - premette Pes, esprimendosi a nome del gruppo Vivere Sedilo – qualsiasi iniziativa che richiama le tradizioni nostrane come Ardia, Santu Asili, Santu Antoni e Carrasegare è diventata una bomba a orologeria, con eserciti che affilano armi di ogni genere per denigrare, attaccare, mistificare questi eventi erigendo Sedilo a centro di barbarie, fuori dal tempo, sprezzante e prepotente, trascurando ogni sorta di analisi».
Al termine di una fine settimana di passione l’amministrazione comunale è passata al contrattacco sul caso delle galline morte usate per la giostra equestre di carnevale, anche quest’anno finita nel mirino degli animalisti. Mai prima d’ora, però, gli attivisti avevano alzato tanto il tiro trascinando sul banco degli imputati, si fa per dire, persino il prefetto di Oristano, Salvatore Angieri, reo, secondo loro, di aver autorizzato la corsa con l’uso delle bestie e non di pupazzi come avviene in altri paesi dell’isola. Per questo è stato raggiunto dalla diffida dei deputati parlamentari investiti della questione dall’animalista Enrico Rizzi, tra i primi a lanciare la crociata contro l’impiego di volatili soppressi «per scopi ludici». Prima che sedimentassero le contestazioni è scesa in campo la maggioranza consiliare, che ha abbandonato i toni concilianti sulla disponibilità al dialogo e al confronto con chi manifesta il proprio dissenso, per lanciare la sua controffensiva. L’importante – continua Pes – «è attaccare, falsare le interpretazioni, condizionare le istituzioni, in altre parole distruggere e cancellare Sedilo, le sue storiche tradizioni e la sua identità». La maggioranza in aula accusa quelli che definiscono falsi paladini di mistificare qualunque iniziativa promossa dal paese».
Nel caso dell’ondata di proteste che ha investito la giostra di carnevale, poi, «parlano di vere e proprie armate animaliste arrivate per sparare su chiunque: Comune, sindaco, prefetto e paese, tutti indiziati, imputati e condannati! Non solo. Si accodano anche i parlamentari del Movimento 5 Stelle», attaccano consiglieri, assessori e sindaco riferendosi all’atto di diffida presentato da cinque pentastellati su segnalazione di Rizzi. Nella durissima invettiva “Vivere Sedilo” non risparmia nessuno, inclusa la minoranza consiliare, accusata di essersi defilata dalla polemica che ha investito il paese: «La cosa più grave è il silenzio assordante del nostro gruppo di opposizione. I rappresentanti totalmente assenti, spariti dal circuito paesano. Questi paladini sempre pronti a scavare, indagare, accusare e condannare su qualsiasi inezia ora scompaiono, ammutoliti, disinteressati». Salvatore Pes e i suoi, in merito alle sollecitazioni esterne, invocano una chiara presa di posizione da parte degli esponenti di Prospettiva Comune: «Il loro è un atteggiamento contraddittorio e anomalo per un gruppo politico: se si sentono sedilesi, se hanno a cuore le nostre tradizioni (non solo in occasione delle inutili passerelle) devono esprimere pubblicamente la loro opinione e assumere una precisa e chiara responsabilità» – incalzano gli amministratori che chiudono l’intervento dicendosi «fermamente convinti che il passato insegni a vivere il presente in vista del futuro». «Siamo orgogliosi delle nostre tradizioni e origini – chiudono – e in questi anni, di concerto con le istituzioni, abbiamo dimostrato che queste si possono portare avanti nel pieno rispetto delle regole».