Omicidio a Bari Sardo: decine di ragazzi sentiti in commissariato, la caccia al killer, oggi l’autopsia
L’assassino di Marco Mameli ancora in fuga: l’unica certezza è che sia scoppiata una rissa
Bari Sardo Decine di telefonini posti sotto sequestro, e altrettanti ragazzi convocati in commissariato per essere sentiti come testimoni: mentre l’intera Ogliastra è pronta a fermarsi, domani, per dare l’estremo saluto al ragazzo ucciso, si concentrano in questi passaggi, le indagini per cercare di ricostruire nel dettaglio le diverse fasi della serata culminata con l’omicidio di Marco Mameli, il giovane di Ilbono ucciso da una coltellata sabato scorso sul finale dei festeggiamenti del Carnevale a Bari Sardo.
E più passano le ore, più si complica la speranza di arrivare a ricomporre il puzzle di quell’oretta circa che il gruppetto di cinque giovani partiti da Ilbono per trascorrere la festa a Bari Sardo, ha passato nel paese. Tra un bicchiere di birra, due chiacchiere ed evidentemente anche qualcosa di molto meno divertente e di irreparabile. Cosa sia successo, esattamente, dalle 22 – quando qualcuno a Ilbono ha visto i cinque partire diretti a Bari Sardo – e le 23.16 circa, quando è scattato l’allarme per «un ragazzo a terra in via Santa Cecilia», al momento non si sa ancora con precisione nemmeno approssimativa.
L’unica certezza, per ora, è che sia scoppiata una rissa e che questa abbia coinvolto per lo meno una decina di ragazzi. Per ora, di ufficiale, resta solo il racconto autoaccusatorio esposto dall’unico giovane che fino a questo momento si è presentato al commissariato di Tortolì per chiarire la propria posizione e per prendere le distanze anche dalla morte di Mameli, dicendo di non saperne nulla e di non essere in alcun modo responsabile. Paolo Migali, 28 anni, di Girasole, accompagnato dal suo avvocato, Marcello Caddori, lo ha sottolineato più volte, al dirigente del commissariato, Fabrizio Figliola, che lui sabato sera era entrato in un bar del centro del paese per bere qualcosa e per divertirsi, ma niente di più. E ha anche aggiunto, però, che poco dopo la situazione fosse degenerata perché era partito un litigio piuttosto acceso, e che alla fine i protagonisti, lui compreso, si erano spostati nella viuzza vicina, via Santa Cecilia. E lì, ha sottolineato, avrebbe estratto il coltello solo nel tentativo di difendersi da Andrea Contu, e in quel frangente lo avrebbe ferito.
Ma nulla, Migheli ha detto di sapere, circa lo scontro che poco dopo sarebbe costato la vita a Marco Mameli. Se le indagini sul versante rissa e lesioni registrano qualche passo in avanti, dunque, l’inchiesta aperta dalla Procura di Lanusei per l’omicidio, invece, per ora non registra novità. Anche se da giorni, sul quel versante si fa il nome di un giovane di Arzana e di altri ragazzi della zona. E questa mattina, alle 10, in Procura di Lanusei, la sostituta Giovanna Morra affiderà in modo ufficiale ai medici legali Michela Laurenzo e Danilo Fois, l’incarico per eseguire l’autopsia. L’esame verrà fatto subito dopo, e quindi già a cominciare dalla mattinata di oggi all’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei. Sarà presente anche Roberto Marcialis, il consulente nominato dall’avvocato Gianluigi Mastio, che tutela i genitori e la sorella di Mameli, come parti offese.
E mentre le due inchieste procedono, seppur tra diverse difficoltà legate soprattutto alla mancanza di testimoni pronti a parlare, domani l’intera Ogliastra si fermerà per l’ultimo saluto al giovane ucciso e per stringere in un abbraccio affettuoso i genitori del ragazzo e la sorella. Il funerale, al quale i sindaci del territorio hanno già annunciato la loro presenza, si dovrebbe celebrare domani mattina nella chiesa di San Giovanni Battista, a Ilbono. Ma già da giorni, in realtà, l’Ogliastra porta la veste del lutto. «Non è possibile morire a 22 anni in una festa di Carnevale», ha ripetuto il primo cittadino di Ilbono, Giampietro Murru.
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