Lavoro in cambio di voti alle Regionali del 2024, ecco chi è la donna di Sassari indagata
Ricostruita la prima parte dell’inchiesta per violazione delle leggi elettorali. Nei mesi scorsi anche perquisizioni e sequestri di documenti
Oristano Il primo nome iscritto sul registro degli indagati nell’inchiesta sul presunto voto di scambio commesso alle elezioni regionali del 2024 è quello di Maria Immacolata Orrù. Sassarese di 61 anni, con alle spalle qualche peripezia giudiziaria sempre per violazione del testo unico delle leggi elettorali, è l’unica persona di cui si conosce l’identità tra le quindici finite al centro dell’indagine portata avanti dalla Digos della questura di Oristano. Sorella dell’ex consigliere regionale del centro destra nonché consigliere comunale proprio a Sassari, Marcello Orrù, arrivava da lontano e sarebbe stata molto attiva nella ricerca di voti in favore del marito Giancarlo Serra, 62enne ex consigliere comunale sempre a Sassari. Quest’ultimo, contattato telefonicamente, smentisce categoricamente di essere sotto indagine e non ci sono elementi al momento per affermare il contrario dato che gli inquirenti, coordinati dalla procura di Oristano, non hanno fornito alcuna indicazione sui nomi delle persone coinvolte nelle indagini.
Giancarlo Serra era stato candidato alle scorse elezioni regionali vinte dal campo largo di Alessandra Todde, per la lista dell’Udc nel collegio elettorale di Oristano. Il suo era un volto pressoché sconosciuto da queste parti, ma capace di raccogliere quasi mille preferenze. Il motivo, secondo chi indaga, sarebbe stato facilmente individuabile nell’instancabile attività della moglie. Non ci sarebbe nulla di male né di illecito nel fatto che una moglie possa essere il principale sponsor del marito durante una campagna elettorale, ma in questo caso quei voti non sarebbero piovuti su Giancarlo Serra per caso o perché ne fosse stato riconosciuto l’alto valore politico, bensì perché Maria Immacolata Orrù si sarebbe prodigata per lui prospettando a gruppi di elettori “tracciabili” posti di lavoro in caso di elezione del consorte.
Al nome della donna si è risaliti collegando le scorse elezioni a un esposto presentato da altri candidati a cui era giunta voce di ripetute e partecipate riunioni in cui avvenivano le promesse e dove venivano costruite le reti di conoscenze e parentele che avrebbero dovuto poi pescare il grosso pacchetto di voti che avrebbe portato Giancarlo Serra sino all’elezione in consiglio regionale. Da quelle segnalazioni la Digos di Oristano, coordinata dalla dirigente Federica Sanna, prese spunto ed effettuò le prime perquisizioni in uffici o sedi frequentate dalla signora a cui furono sequestrati documenti e un telefonino. A quella fase risale la sua iscrizione sul registro degli indagati, trattandosi di un’azione giudiziaria che prevede la contestuale notifica della presenza di un’inchiesta. Proprio in quella fase fu nominato quale difensore l’avvocato Giancarlo Frongia, che tutt’ora la assiste. Da allora è passato parecchio tempo e tutto sembrava essersi sopito, invece la polizia stava solamente prendendosi il tempo necessario per ricostruire nel dettaglio le varie ramificazioni attraverso le quali sarebbe stato costruito il consenso che comunque non fu sufficiente per arrivare a eleggere il candidato prescelto. L’indagine non si è ancora conclusa, per cui non si può ancora escludere che il tutto si risolva in un nulla di fatto, ma chi ha ricostruito la vicenda è convinto del contrario. Non è escluso che nelle prossime settimane ci saranno novità sul fronte giudiziario.