La vita dopo le medaglie alle Olimpiadi: Stefano Oppo si racconta: «Los Angeles è lontana, ma…»
Università, amore, sport, qualche gara e le idee per il futuro del campione di canottaggio sul podio a Tokyo e a Parigi
Oristano Lo aveva annunciato con chiarezza dopo il rientro trionfale dalla Francia con al collo la medaglia d’argento del due senza pesi leggeri, vinta assieme a Gabriel Soares. Durante la grande festa che la sua città, Oristano, gli ha dedicato Stefano Oppo aveva parlato così: «Mi prenderò un po’ di tempo da dedicare a me stesso, alla mia famiglia e alle cose che non ho potuto fare in questi anni di duri allenamenti». Due volte medaglia olimpica è stato come sempre di parola: «Avevo bisogno di staccare almeno per un periodo e così prenderò un po’ di pausa dal canottaggio classico in acqua piatta. La convinzione che ho è la stessa della scorsa estate, se non più forte. Da settembre ho messo il 100% del mio impegno nell’università. Fra dicembre e gennaio ho dato una bella accelerata al mio percorso di studi, sostenendo un bel po’ di esami che ero stato costretto a tralasciare negli ultimi due anni. Adesso mi mancano gli ultimi due e spero di riuscire a laurearmi a luglio a Roma in Scienze politiche e Relazioni internazionali. Ho iniziato a scrivere anche la tesi. L’argomento sarà la comunicazione istituzionale e in particolare nelle forze dell’ordine. Ancora non è del tutto definita, ma il tema sarà questo. Nelle ultime settimane sono stato da una parte all’altra senza sosta. Ma adesso posso lavorarci con più tranquillità».
Per vederlo salire sull’altare bisognerà invece aspettare ancora un po’: «Sul matrimonio con la mia fidanzata Camilla per ora non ci sono novità. Stiamo organizzando tutto con molta calma, sarà sicuramente nel 2026». E dal punto di vista sportivo? «Mi sto allenando con molta calma, senza un obiettivo specifico – racconta –. Quest’inverno ho fatto delle gare promozionali e ne ho fatto anche una spettacolare lo scorso weekend ad Amsterdam, la Heineken Regatta sul fiume Amstel. Fuori dall’Italia il canottaggio è vissuto in modo diverso e in una città come Amsterdam ci sono tante società e numerosi club, universitari e non. A questa gara cui ho partecipato erano presenti cinquecento imbarcazioni con un equipaggio di otto persone. Un’esperienza così non l’avevo mai vissuta. C’era moltissima gente. In questi mesi sto cercando proprio di fare anche delle esperienze di questo tipo, un po’ diverse dalle gare classiche che ho sempre fatto, senza pensare all’obiettivo delle olimpiadi del 2028».
La sua specialità, il due senza pesi leggeri, non sarà del resto nel programma olimpico di Los Angeles. Cosa farà dunque Stefano Oppo? «Del percorso olimpico che ho fatto sono molto soddisfatto, quello che arriverà sarà tutto un di più. Le Olimpiadi 2028 le vedo lontane e per me sarà molto difficile parteciparvi. Posso parlare però di cosa farò nel futuro prossimo: proverò a fare qualche gara nella nuova disciplina olimpica del beach sprint e vedremo un po’ come andrà. Ce ne saranno diverse in Italia quest’anno, ne farò qualcuna per il momento senza pensare all’obiettivo olimpico. Un passo alla volta, come ho sempre fatto nella mia carriera. Vedremo anche a livello federale cosa succede e se avrò la volontà di reintegrarmi dentro o meno. È cambiata tutta la struttura, sono cambiati il presidente e il direttore tecnico».
La curiosità nasce subito. In cosa consiste il beach sprint? «Si fanno 50 metri di corsa in spiaggia, si salta in barca, si fanno 250 metri pagaiando verso il largo, 250 metri pagaiando per rientrare a riva, si salta giù dalla barca e si torna di corsa per 50 metri dove si è partiti», spiega Oppo. Una cosa è certa: «Lo sport è ed è sempre stato la mia vita, per cui, anche se ancora non ci penso, nel futuro lontano mi vedo ancora nel mondo dello sport al 100%», assicura il canottiere. Ma in quale ruolo? Forse come dirigente. «Non mi vedo tantissimo nei panni dell’allenatore – dichiara –, ma non si sa mai. Sono abbastanza aperto a tutte le esperienze». Stefano Oppo del resto è uno sportivo a 360° e in questi mesi ne ha approfittato per vedere dal vivo altre discipline. «Con Camilla viviamo a Cernobbio, vicino a Como, e quando posso ne approfitto per andare a vedere gli altri sport. Mi piace moltissimo il calcio. Oltre che per il Cagliari, faccio il tifo per l’Inter e quando posso vado a vederla a San Siro. Camilla poi lavora per il Vero Volley, la squadra di Alessia Orro, e ogni tanto vado anche a vedere le loro partite. Il sogno è riuscire a vedere più gran premi di Formula uno, oltre a Monza, dove sono stato. Quindi le mie giornate si dividono fra studio, un po’ di allenamento e un po’ di svago».
In questi mesi post Olimpiadi, Stefano Oppo ha ricevuto anche prestigiosi riconoscimenti in giro per la Sardegna e la penisola: «Per me è stato molto bello, visto che non ho potuto farlo negli anni precedenti. Prima infatti ero sempre molto impegnato e quindi a tanti appuntamenti dovevo spesso dire di no perché era necessario dare precedenza agli allenamenti in vista delle Olimpiadi. Quest’anno invece ho potuto dare la precedenza a queste occasioni, che mi hanno fatto grande piacere». Grazie alle sue imprese sportive, è diventato un simbolo di Oristano in Italia e nel mondo: «Mi fa molto piacere che le istituzioni ricordino spesso le mie imprese sportive e quelle degli altri olimpionici oristanesi, ma più di tutto mi fa piacere che i miei concittadini e tutti i sardi dimostrino sempre grande affetto nei miei confronti. Sono stato di recente a Oristano per la Sartiglia e vedere tutti che ti salutano, anche in modo semplice, senza far niente di particolare, è davvero molto bello». Un momento speciale è stato proprio quello del carnevale: «Riuscivo ogni tanto a tornare per la Sartiglia, ma quest’anno l’ho vissuta con più calma ed è stato diverso. Io ci sono cresciuto ed è stato bellissimo viverla appieno con le istituzioni, gli amici e la mia famiglia».