La Nuova Sardegna

stop imposto dalla regione

Aragosta, scatta il fermo: a settembre pesca vietata

di Gianni Olandi
Aragosta, scatta il fermo: a settembre pesca vietata

ALGHERO. Dal 1° settembre diventerà esecutivo il fermo biologico per la pesca dell'aragosta. Tramaglioni e nasse torneranno a terra e il gustoso crostaceo, autentica regina della gastronomia isolana...

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ALGHERO. Dal 1° settembre diventerà esecutivo il fermo biologico per la pesca dell'aragosta. Tramaglioni e nasse torneranno a terra e il gustoso crostaceo, autentica regina della gastronomia isolana per la prelibatezza della sua carne, cederà il passo alle produzioni asiatiche, cubane, tunisine. Antenne e chele spariranno dalle tavole proprio mentre si registra in tutta l’isola una forte spinta della domanda: si annuncia l'anno record per il turismo in Sardegna, con presenze da favola, e si toglie dal mercato uno dei prodotti più qualificati e remunerativi della pesca.

Tra l'altro quest'anno la pesca dell'aragosta, autorizzata dal 1° di marzo e fino al 1° di settembre, ha registrato nei mesi iniziali un lungo periodo di maltempo, un vero e proprio “fermo” determinato dalle condizioni meteo marine, «Avevamo chiesto di poter recuperare almeno in parte quelle giornate di lavoro perse – segnala Giovanni Delrio, presidente della Associazione della Piccola pesca Banchina Millelire di Alghero – ma non abbiamo avuto dalla Regione alcuna risposta. In subordine avevamo sollecitato l'ipotesi di allungare il periodo di pesca, almeno fino a tutto ottobre, ma anche in questo caso le nostre richieste non sono state prese in considerazione».

Il pescatore ricorda che si tratta di una situazione che va avanti negli anni e nella quale sono penalizzate non soltanto le attività della piccola marineria, ma anche quelle del comparto turistico, a cominciare dalla ristorazione.

«In quasi tutto il Mediterraneo – aggiunge – la pesca è consentita da maggio e fino a tutto dicembre, e a noi questo fermo biologico andrebbe bene anche perché si tratta di un periodo che non mette in dicussione la fase riproduttiva del crostaceo».

Tra l'altro nel caso del territorio di Alghero dove la vocazione turistica vanta una anzianità di servizio che supera il mezzo secolo, l'uscita dal mercato dell'aragosta giunge in un momento nel quale la domanda è piuttosto favorevole rappresentando così un aspetto economico e promozionale non trascurabile. Nel caso specifico, il prodotto dei mari della costa algherese vanta anche una qualità che i buongustai definiscono “di eccellenza” probabilmente grazie all'integrità delle acque del golfo e alla pastura tra le praterie di posidonia.

Dal mondo della pesca e della ristorazione (sullo stesso argomento è intervenuto anche il presidente della Fipe provinciale Confcommercio, Enrico Daga), giunge un nuovo sollecito per un restyling della normativa sul fermo biologico della pesca all'aragosta, adeguandola alle altre narinerie del Mediterraneo.

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