La Nuova Sardegna

caso usura, le intercettazioni

Fu l’ex direttore di banca a chiedere i soldi a Mesina

di Nadia Cossu
Fu l’ex direttore di banca a chiedere i soldi a Mesina

SASSARI. È grazie alle migliaia di pagine di intercettazioni che gli inquirenti sono riusciti a ricostruire “le relazioni” sassaresi di Graziano Mesina al quale la Procura ha notificato due giorni fa...

28 gennaio 2016
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SASSARI. È grazie alle migliaia di pagine di intercettazioni che gli inquirenti sono riusciti a ricostruire “le relazioni” sassaresi di Graziano Mesina al quale la Procura ha notificato due giorni fa la chiusura di indagini per usura ed estorsione in concorso nei confronti di un noto imprenditore cittadino. Colloqui che fanno parte del corposo fascicolo della Dda di Cagliari e in particolare dell’inchiesta per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e altri gravi reati per i quali Grazianeddu sta affrontando un processo.

Ed è proprio attraverso queste intercettazioni che i carabinieri del comando provinciale di Nuoro sono venuti a conoscenza della storia di Marco Milia, il ristoratore di Sassari finito nella trappola dei sporchi affari dell’ex primula rossa.

Milia, che nel 2011 voleva investire nella società di basket Robur et Fides e iscriverla nel campionato di B2, si era rivolto all’allora direttore della filiale 3 del Banco di Sardegna di Sassari, Pierluigi Costantino Meloni, per ottenere un prestito di 40mila euro. I due si conoscevano, Milia era presidente della società di basket e Meloni dirigente. Il ristoratore si era dunque rivolto non a un bancario qualunque ma a un amico, o a quello che riteneva tale. Ma, stando alle indagini della Procura della Repubblica, quei 40mila euro arrivarono da Graziano Mesina. A lui a ottobre del 2011 si sarebbe infatti rivolto il direttore Meloni per avere quel prestito da consegnare poi a Marco Milia (ignaro dell’avvio di questa operazione). Finché non è arrivato il momento di restituire i soldi. Non a Meloni – che a quel punto secondo l’accusa aveva indossato i panni dell’intermediario – ma al re del banditismo sardo. Marco Milia apprese che entro il 31 dicembre di quello stesso anno (2011) avrebbe dovuto restituire non 40mila ma 50mila euro: calcolato in un anno, l’interesse applicato era del 150%.

Meloni, sostiene la Procura, fece da intermediario tra i due, pur sapendo che si trattava di un’operazione illecita «e adoperandosi per convincere l’imprenditore a versare gli interessi, evocando la fama di Mesina per incutergli timore». Nell’inchiesta figura anche l’autista di Grazianeddu, Giovanni Filindeu, orgolese. Lui avrebbe accompagnato Mesina a Sassari «in occasione delle trattative per la concessione del prestito e del ritiro delle somme». Alle consegne avrebbe partecipato anche l’ex direttore della filiale.

E a questo proposito il Banco di Sardegna ha voluto precisare che «Pier Luigi Meloni non è più dipendente del Banco da gennaio 2013 e che le operazioni oggetto delle indagini non furono effettuate presso il Banco di Sardegna».

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