Digos: i lanciatori di sassi saranno tutti denunciati
La procura di Cagliari ha aperto un’inchiesta sugli incidenti davanti al poligono Indagini sui filmati per identificare chi si è scagliato contro le forze dell’ordine
CAGLIARI. Gli autori della sassaiola di fronte al poligono di Capo Frasca, dove è rimasto ferito alla testa il vicequestore Ferdinando Rossi, saranno identificati e denunciati con l’accusa di lesioni, violenza e resistenza a pubblici ufficiali: è il dirigente della Digos Francesco Moretta ad annunciare «un’indagine certosina» su filmati, immagini e testimonianze per distinguere i manifestanti responsabili di atti violenti da chi si è limitato a una protesta legittima. L’esame del materiale filmato è in corso, non sarà facile dare nome e cognome ai protagonisti della protesta organizzata e promossa dal movimento antimilitarista A Foras perché la gran parte dei circa 350 pacifisti che hanno partecipato alla marcia aveva il volto coperto: «Avremo bisogno di tempo prima di consegnare il rapporto alla Procura - ha spiegato Moretta - ma sono certo che arriveremo all’identificazione di tutti i responsabili». Il numero? «Non è ancora possibile quantificarli - ha precisato il dirigente - perché l’area in cui si sono svolti i fatti è molto vasta e si sono formati diversi gruppi, che hanno agito separatamente». Si parla comunque di una trentina di persone, quelle che hanno aperto varchi nella recinzione servendosi di tronchesine e sono state respinte dai reparti mobili di polizia e carabinieri, più i manifestanti che hanno affrontato le forze dell’ordine lanciando sassi e zolle di terra. Si tratta naturalmente di momenti collegati ma di posizioni distinte: la violazione dell’area militare - che è un reato specifico - è stata tentata ma non compiuta per l’intervento in forze della polizia e dell’Arma. Per loro scatterebbe solo l’accusa di danneggiamento, riferita alla rete che delimita il perimetro dell’area militare. Il lancio dei sassi, che ha provocato contusioni tra gli agenti di polizia, è un fatto a parte che prevede una valutazione diversa: «I filmati dimostrano che alcuni lanciavano sassi mirando sugli agenti - ha spiegato ancora il dirigente della Digos - ed è su queste condotte che dovranno essere fatte le opportune valutazioni».
Gli scontri sono durati circa venti minuti, sono stati lanciati fumogeni e eseguite due cariche con l’uso di manganelli, mentre la parte dei manifestanti che rifiutava di retrocedere lanciava pietre e zolle. Tredici persone delle forze dell'ordine, tra cui il vicario della Questura di Cagliari Ferdinando Rossi, sono rimaste ferite. Diversi contusi anche tra i manifestanti, che hanno incassato colpi di manganello. Fra questi una donna disabile, che ha partecipato alla protesta su una sedia a rotelle: è stata protetta sia dai militanti anti-basi che da agenti di polizia e carabinieri. La calma è tornata quando i due schieramenti hanno tacitamente concordato la fine delle ostilità. A quel punto le forze dell’ordine hanno accompagnato i manifestanti lungo il perimetro del poligono e la protesta è andata avanti sino alla conclusione senza ulteriori tafferugli. I pullman dei pacifisti sono ripartti a fine mattinata sotto lo stretto controllo di polizia e carabinieri e la vicenda è passata all’esame della Procura di Cagliari. L’inchiesta giudiziaria è stata affidata al sostituto procuratore Rita Cariello. (m.l)
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