La Nuova Sardegna

Caso Fluorsid, scoperte 35mila tonnellate di fanghi

Caso Fluorsid, scoperte 35mila tonnellate di fanghi

Erano all’interno della discarica di Assemini sequestrata dalla forestale. Ora le verifiche in altri due siti a Macchiareddu

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CAGLIARI. Nella discarica di Assemini utilizzata abusivamente dalla Fluorsid e sequestrata la scorsa settimana su disposizione della Procura gli investigatori del Corpo Forestale hanno trovato 35 mila tonnellate di fanghi industriali sicuramente provenienti dallo stabilimento industriale di Macchiareddu, una quantità di rifiuti difficile da immaginare frutto probabilmente di lavorazioni del fluoro e dei suoi derivati andate avanti per mesi e mesi, forse per anni.

Grazie a una serie di sopralluoghi conclusi nella tarda serata di ieri e all’esame dei documenti acquisiti nel corso del sequestro, gli uomini del commissario Fabrizio Madeddu hanno accertato che il trasporto del materiale di scarto, considerato altamente pericoloso per l’ambiente e destinato per legge a siti di smaltimento autorizzati, è stato curato dalla ditta Ineco dell’imprenditore Armando Bollani, attualmente agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere in inquinamento e disastro ambientale.

Non è finita: partendo dalla testimonianza dell’ex dipendente dell’Ineco Simone Nonnis, arrestato e sentito dal pm Marco Cocco nel carcere di Uta, la Forestale è riuscita a individuare altri due siti - entrambi a Macchiareddu - dove sono stati interrati rifiuti di ogni tipo per un’estensione di almeno due ettari. Su questi terreni saranno eseguiti già nelle prossime ore carotaggi e test di scavo per verificare quale tipo di scarti industriali siano stati sepolti illegalmente, ma è chiaro che grazie alle indicazioni precise fornite da Nonnis gli investigatori sanno già in buona parte che cosa troveranno.

L’ex dipendente dell’Ineco si era licenziato un anno fa dall’azienda di Bollani, secondo il suo difensore proprio a causa degli incarichi “sporchi” che gli venivano imposti. Al pm Cocco e indirettamente al Corpo Forestale che indaga sulla Fluorsid l’ex operaio capo è stato in grado di disegnare una sorta di mappa dei siti di smaltimento illegali utilizzati dall’azienda che fa capo al presidente del Cagliari calcio Tommaso Giulini – non indagato – per l’accusa con l’obbiettivo di accelerare la produzione e di risparmiare sui costi di smaltimento.

Nel corso dell’esame di garanzia davanti al gip Cristina Ornano il manager dell’Ineco si è difeso sostenendo di non avere alcuna responsabilità diretta sulla scelta delle discariche e sulla tecniche di smaltimento dei rifiuti industriali: le indicazioni su questi aspetti, ora al centro dell’inchiesta giudiziaria, venivano secondo Bollani dai vertici dirigenziali della Fluorsid e in gran parte dal responsabile della produzione Alessio Farci.

Fino a questo momento tutte le informazioni fornite da Nonnis si sono rivelate esatte ed è facile prevedere che nei prossimi giorni la Forestale passerà al setaccio altri siti e altre situazioni sospette, utili per l’indagine della Procura che ha portato all’arresto di sette persone. (m.l)
 

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