La Nuova Sardegna

MANOVRA MA NON È RIVOLUZIONE

di LUCA DEIDDA

Altro che contrapposizione tra economia reale, che genera valore, e finanza che sarebbe solo speculazione! Un sistema economico per funzionare efficacemente ha bisogno dei mercati finanziari e del...

2 MINUTI DI LETTURA





Altro che contrapposizione tra economia reale, che genera valore, e finanza che sarebbe solo speculazione! Un sistema economico per funzionare efficacemente ha bisogno dei mercati finanziari e del credito. Lo stesso vale per il Governo, che per attuare la proclamata rivoluzione in nome del popolo, deve emettere maggior debito pubblico e quindi ha bisogno della finanza. Perché il maggior debito, va finanziato e possibilmente pagando interessi ragionevoli. E qui sta il punto.

La reazione dei mercati alla nota di aggiornamento del DEF con cui il Governo ha sancito l’intenzione di un deficit al 2,6% per il prossimo triennio non è stata delle migliori. Lo spread è andato a 280; se l’aggiustamento fosse strutturale ciò vorrebbe dire 2,8 centesimi in più per ogni euro di nuovo debito emesso dallo Stato italiano, compreso quello emesso per rifinanziare l’esistente a scadenza. Questo è anche il motivo per cui le azioni delle banche, che hanno in pancia molti titoli dello Stato italiano, hanno perso valore; perché l’attesa è che i nuovi titoli di Stato pagheranno più degli esistenti.

Se l’innalzamento dello spread fosse strutturale, le banche prima o poi scaricherebbero il danno patrimoniale innalzando i tassi sul credito. E poi, maggiori emissioni di titoli di stato e spread più elevato potrebbero tradursi in tassi di interesse più alti per chiunque voglia finanziarsi emettendo obbligazioni, tra questi le banche, e le stesse imprese, per effetto della maggiore domanda da parte dello Stato che compete con il settore privato per essere finanziato.

Tutto ciò renderebbe più ardita la scommessa del Governo, che sta nell’idea che la maggior spesa finanziata con il deficit del prossimo triennio si traduca in una crescita di almeno 1,6% all’anno del nostro PIL; perché la crescita viene dagli investimenti privati, e un maggior costo del denaro non li incoraggia. E allora, contrapporsi ai mercati, dichiarando che si andrà avanti indipendentemente dal giudizio degli stessi o della UE, può forse essere funzionale ad una nuova propaganda elettorale, ma davvero non aiuta la rivoluzione che il nuovo Governo vuol realizzare.

Se si crede nella ricetta proposta perché contrapporsi? Meglio sarebbe dialogare, spiegare subito, a tutti, ai mercati e agli italiani, con rigore scientifico, i meccanismi attraverso i quali quota cento su pensioni, 38 anni di contributi e 62 di età; reddito di cittadinanza a 780 euro; flat tax al 15% per 1,5 milioni di partite iva e sgravi iras per reinvestimenti di utili daranno all’economia italiana lo scossone necessario per innescare una crescita sostenibile e duratura (perché gli effetti di queste politiche di maggior spesa saranno duraturi) pari almeno al 1,6% annuo.

Primo piano

Video

Rissa furibonda fuori da un locale a Sassari, le impressionanti immagini della notte di follia

Polizia

Guardia giurata si barrica in casa con la madre, scatta l’allarme

Le nostre iniziative