Nel Lazio scoperti bronzetti simil-nuragici
Ritrovamento nel lago di Bolsena. La soprintendenza: «Somigliano a manufatti sardi»
04 agosto 2021
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SASSARI. Un bronzetto inserito in una spilla che richiama a motivi nuragici è stato ritrovato dagli archeologi nel Lago di Bolsena. I reperti sono stati ritrovati in un giacimento sacro di 3000 anni fa. Si tratta dell'insediamento protostorico nell'area sommersa del Gran Carro di Bolsena. Dovrebbe trattarsi di un’area dedicata al culto all'aperto. Tra gli oggetti rinvenuti emerge un busto di una figurina di bronzo fusa che si inserisce eccezionalmente nello scarso patrimonio finora conosciuto della plastica figurativa protostorica dell’Etruria.
«Ancora tutta da interpretare la posizione di questo personaggio con corpo e copricapo scanalato - si legge nella nota della Soprintendenza -, che tiene nelle mani poste al termine delle esili braccia, due oggetti circolari forati dei quali è ancora incerta la connessione con le espansioni laterali del copricapo. Questo presenta un viso e soprattutto una resa degli occhi molto simile ad alcuni bronzetti sardi, con richiami iconografici anche nel geometrico greco, tuttavia l’incredibile importanza del rinvenimento risiede proprio nella sua unicità nel panorama della plastica figurativa villanoviana».
La domanda scatta automatica: bronzetti sardi nel lago di Bolsena? L’archeologo Franco Campus è prudente: «Per rispetto del mestiere che facciamo, normalmente diamo indicazioni quando vediamo l’oggetto materialmente. Dare giudizi sulla base di una foto è molto difficile. Il reperto arriva da un ambito di scavo particolare come un lago. Una cosa si può però dire con certezza: la presenza di oggetti di importazione da ambito nuragico nella penisola non ci deve sorprendere. Conosciamo già diversi esempi: c’è il pugilatore da Vulci, ritrovato all’interno di una sepoltura del pieno nono secolo. Ma è capitato molto spesso di ritrovare oggetti di importazione, così come altre volte è capitato di trovare oggetti imitati localmente su prototipi nuragici. E a volte si trattava anche di imitazioni fatte male. Ora, se dovessi giudicare quell’oggetto visto solo in foto, sulla base delle conoscenze che abbiamo in Sardegna sulla bronzistica figurata, potrei dire che, a parte alcune affinità del viso e degli occhi, tutti gli altri elementi sono sconosciuti. Postura, braccia filiformi, oggetto sopra la testa non fanno parte dell’immagine dei bronzetti nuragici. Ciò non toglie che possa essere un’imitazione più tarda di un artigiano locale che aveva in mente un modello e lo ha adattato alla committenza del posto. È già successo, non deve stupirci. Viceversa oggetti della prima età del ferro provenienti dalla penisola sono stati importati in Sardegna. Queste conoscenze sono consolidate».
«Ancora tutta da interpretare la posizione di questo personaggio con corpo e copricapo scanalato - si legge nella nota della Soprintendenza -, che tiene nelle mani poste al termine delle esili braccia, due oggetti circolari forati dei quali è ancora incerta la connessione con le espansioni laterali del copricapo. Questo presenta un viso e soprattutto una resa degli occhi molto simile ad alcuni bronzetti sardi, con richiami iconografici anche nel geometrico greco, tuttavia l’incredibile importanza del rinvenimento risiede proprio nella sua unicità nel panorama della plastica figurativa villanoviana».
La domanda scatta automatica: bronzetti sardi nel lago di Bolsena? L’archeologo Franco Campus è prudente: «Per rispetto del mestiere che facciamo, normalmente diamo indicazioni quando vediamo l’oggetto materialmente. Dare giudizi sulla base di una foto è molto difficile. Il reperto arriva da un ambito di scavo particolare come un lago. Una cosa si può però dire con certezza: la presenza di oggetti di importazione da ambito nuragico nella penisola non ci deve sorprendere. Conosciamo già diversi esempi: c’è il pugilatore da Vulci, ritrovato all’interno di una sepoltura del pieno nono secolo. Ma è capitato molto spesso di ritrovare oggetti di importazione, così come altre volte è capitato di trovare oggetti imitati localmente su prototipi nuragici. E a volte si trattava anche di imitazioni fatte male. Ora, se dovessi giudicare quell’oggetto visto solo in foto, sulla base delle conoscenze che abbiamo in Sardegna sulla bronzistica figurata, potrei dire che, a parte alcune affinità del viso e degli occhi, tutti gli altri elementi sono sconosciuti. Postura, braccia filiformi, oggetto sopra la testa non fanno parte dell’immagine dei bronzetti nuragici. Ciò non toglie che possa essere un’imitazione più tarda di un artigiano locale che aveva in mente un modello e lo ha adattato alla committenza del posto. È già successo, non deve stupirci. Viceversa oggetti della prima età del ferro provenienti dalla penisola sono stati importati in Sardegna. Queste conoscenze sono consolidate».