Compagnia aerea sarda tra scetticismo e diffidenza
di Antonello Palmas
De Pascale, industriali: «Pericolo flop». Boeddu, Filt: «Bisogna entrare in Ita»
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SASSARI. Tra scetticismo e speranza. Il colloquio tra Draghi e Solinas, in particolare per la parte che riguarda l’idea proposta dal governatore sardo di supportare la creazione di una compagnia aerea sarda sullo stile Air Corsica, sfruttando gli aerei dismessi da Alitalia e utilizzando il personale in cassa intgrazione di Air Italy, non poteva non suscitare reazioni differenti.
«Siamo favorevoli a qualsiasi soluzione della vertenza Air Italy – dice il segretario regionale dell'Anpav, Marco Bardini – l’auspicio è che le dichiarazioni di Solinas e ancor prima di Salvini non siano di stampo elettorale (in autunno ci sono le amministrative) e la tempistica è un po’ sospetta, anche se nei nostri precedenti incontri il primo ha sempre parlato di quell’idea. Ma non credo comunque che ci sia il tempo per creare una compagnia sarda, a meno che la Regione non abbia nel cassetto un progetto almeno a tre quarti del percorso. A dicembre scade la Cig per 1400 lavoratori Air Italy. Ben venga tutto ciò che ci può salvare, ma non speculate sul terrore dei lavoratori».
E se ci fosse un progetto già avviato in stile Air Corsica? «Avrebbe gambe – dice il sindacalista dei piloti – perché la Sardegna ha un gigantesco mercato in gran parte blindato (la continuità) più quello stagionale, per cui chiunque, anche privato, con l’aiuto delle istituzioni volesse far partire un progetto imprenditoriale con una compagnia collegata a Ita, con 12 aeroplani che si occupino di continuità, avrebbe la necessità non solo di assorbire tutti i lavoratori Air Italy ma di doverne cercare altri, facendo cospicui utili in tempi ragionevoli». I rischi legati al bando? Bardini suggerisce che «nella gara sulla continuità (che scade a ottobre) in cui dovrebbe concorrere questa newco sarda vengano inserite premialità per chi assorbe personale del territorio o lo ha già».
«L’unica soluzione percorribile – dice Arnaldo Boeddu, segretario regionale Filt Cgil – che tutelerebbe la forza lavoro Air Italy è quella di entrare a pieno titolo come Regione all’interno della compagine azionaria della newco Ita. Sardegna e Lombardia sono le due regioni maggiormente coinvolte nella liquidazione dell’ex Meridiana. Opportunità, peraltro consentita dallo statuto della stessa Ita che prevede l’ingresso sia di istituzioni pubbliche che entità private: la Regione potrebbe concorrere nelle decisioni strategiche aziendali ovvero contribuire a decisioni come quelle legate ai collegamenti). Significherebbe non solo avere la certezza che Ita partecipi al prossimo bando (cosa non scontata), ma poter avere ulteriori collegamenti effettuati da una compagnia tradizionale senza essere legati alle low cost». Secondo Boeddu «cercare di mettere in piedi, peraltro in pochissimi mesi, una compagnia regionale è pura follia se non mera propaganda elettorale. Una compagnia aerea, per reggere su un mercato completamente liberalizzato, dovrebbe avere una massa critica tale da poter ammortizzare i costi fissi e questo non può essere fatto con 7/9 aeromobili da utilizzare per la continuità territoriale?» E quelli dismessi dalla compagnia di bandiera? «Sarebbe utile sapere se sono di proprietà Alitalia oppure in leasing. In questo secondo caso, in questo momento l’ultimo dei problemi è trovare aerei da poter acquistare o utilizzare con la formula del leasing». Su una compagnia che rispecchi quella della Corsica, Boeddu ha più di una perplessità: «La Air Corsica è nata 32 anni fa, – ricorda – quando le norme comunitarie non erano così restrittive come lo sono adesso e il trasporto aereo non solo non era liberalizzato come oggi e non era influenzato da compagnie non tradizionali che, nel nostro paese, non sono state sottoposte al rispetto di regole così come altrove». Insomma il rischio di una bocciatura ci sarebbe, e l’isola non potrebbe permetterselo.
Secondo Maurizio De Pascale (presidente regionale Confindustria) «stando alle esperienze pregresse, che non ho dimenticato, come quella della flotta marittima sarda (il progetto spinto proprio da Solinas, allora assessore, e naufragato, ndc) o si va su un progetto molto approfondito utilizzando eventuali competenze internazionali, oppure si rischia un flop. Allo stato attuale vedo grandi difficoltà per realizzarlo, anche perché una compagnia aerea deve poter stare sul mercato in maniera competitiva, Alitalia docet. E abbiamo visto che nonostante la magnanimità di un principe come l’Aga Khan, Air Italy ha un giorno dovuto porre fine alla propria esperienza. Il problema esiste, merita di essere trattato a livello di primo ministro. Ma sarebbe il caso di trovare soluzioni diverse da quella della compagnia sarda».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«Siamo favorevoli a qualsiasi soluzione della vertenza Air Italy – dice il segretario regionale dell'Anpav, Marco Bardini – l’auspicio è che le dichiarazioni di Solinas e ancor prima di Salvini non siano di stampo elettorale (in autunno ci sono le amministrative) e la tempistica è un po’ sospetta, anche se nei nostri precedenti incontri il primo ha sempre parlato di quell’idea. Ma non credo comunque che ci sia il tempo per creare una compagnia sarda, a meno che la Regione non abbia nel cassetto un progetto almeno a tre quarti del percorso. A dicembre scade la Cig per 1400 lavoratori Air Italy. Ben venga tutto ciò che ci può salvare, ma non speculate sul terrore dei lavoratori».
E se ci fosse un progetto già avviato in stile Air Corsica? «Avrebbe gambe – dice il sindacalista dei piloti – perché la Sardegna ha un gigantesco mercato in gran parte blindato (la continuità) più quello stagionale, per cui chiunque, anche privato, con l’aiuto delle istituzioni volesse far partire un progetto imprenditoriale con una compagnia collegata a Ita, con 12 aeroplani che si occupino di continuità, avrebbe la necessità non solo di assorbire tutti i lavoratori Air Italy ma di doverne cercare altri, facendo cospicui utili in tempi ragionevoli». I rischi legati al bando? Bardini suggerisce che «nella gara sulla continuità (che scade a ottobre) in cui dovrebbe concorrere questa newco sarda vengano inserite premialità per chi assorbe personale del territorio o lo ha già».
«L’unica soluzione percorribile – dice Arnaldo Boeddu, segretario regionale Filt Cgil – che tutelerebbe la forza lavoro Air Italy è quella di entrare a pieno titolo come Regione all’interno della compagine azionaria della newco Ita. Sardegna e Lombardia sono le due regioni maggiormente coinvolte nella liquidazione dell’ex Meridiana. Opportunità, peraltro consentita dallo statuto della stessa Ita che prevede l’ingresso sia di istituzioni pubbliche che entità private: la Regione potrebbe concorrere nelle decisioni strategiche aziendali ovvero contribuire a decisioni come quelle legate ai collegamenti). Significherebbe non solo avere la certezza che Ita partecipi al prossimo bando (cosa non scontata), ma poter avere ulteriori collegamenti effettuati da una compagnia tradizionale senza essere legati alle low cost». Secondo Boeddu «cercare di mettere in piedi, peraltro in pochissimi mesi, una compagnia regionale è pura follia se non mera propaganda elettorale. Una compagnia aerea, per reggere su un mercato completamente liberalizzato, dovrebbe avere una massa critica tale da poter ammortizzare i costi fissi e questo non può essere fatto con 7/9 aeromobili da utilizzare per la continuità territoriale?» E quelli dismessi dalla compagnia di bandiera? «Sarebbe utile sapere se sono di proprietà Alitalia oppure in leasing. In questo secondo caso, in questo momento l’ultimo dei problemi è trovare aerei da poter acquistare o utilizzare con la formula del leasing». Su una compagnia che rispecchi quella della Corsica, Boeddu ha più di una perplessità: «La Air Corsica è nata 32 anni fa, – ricorda – quando le norme comunitarie non erano così restrittive come lo sono adesso e il trasporto aereo non solo non era liberalizzato come oggi e non era influenzato da compagnie non tradizionali che, nel nostro paese, non sono state sottoposte al rispetto di regole così come altrove». Insomma il rischio di una bocciatura ci sarebbe, e l’isola non potrebbe permetterselo.
Secondo Maurizio De Pascale (presidente regionale Confindustria) «stando alle esperienze pregresse, che non ho dimenticato, come quella della flotta marittima sarda (il progetto spinto proprio da Solinas, allora assessore, e naufragato, ndc) o si va su un progetto molto approfondito utilizzando eventuali competenze internazionali, oppure si rischia un flop. Allo stato attuale vedo grandi difficoltà per realizzarlo, anche perché una compagnia aerea deve poter stare sul mercato in maniera competitiva, Alitalia docet. E abbiamo visto che nonostante la magnanimità di un principe come l’Aga Khan, Air Italy ha un giorno dovuto porre fine alla propria esperienza. Il problema esiste, merita di essere trattato a livello di primo ministro. Ma sarebbe il caso di trovare soluzioni diverse da quella della compagnia sarda».
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