Chessa: «Il jazz, un attrattore turistico»
L’assessore agli organizzatori: «Bocciatura del click day? Avevo ragione io»
11 gennaio 2022
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CAGLIARI. Sardegna isola del jazz, ma senza più scivolare sui futuri ed eventuali contributi assegnati con la procedura del «click day», ormai bocciata in più occasioni dal Tar e dal Consiglio di Stato. L’assessore al turismo, Gianni Chessa, ha parlato del futuro ma anche del recente passato al termine dell’incontro con gli organizzatori dei maggiori festival jazz che da anni si organizzano in Sardegna.
Il progetto. «L’obiettivo che ci siamo dati – ha sottolineato l’assessore – è promuovere la Sardegna anche attraverso il grande jazz. L’intendimento comune, della Regione e delle associazioni, è costruire in tempi rapidi uno strumento che abbia un richiamo turistico internazionale, per poi intercettare i tanti appassionati che da sempre viaggiano da un festival all’altro». Tra l’altro – sempre secondo l’assessore – dev’essere proprio «la cultura, oltre allo sport, a contribuire alla destagionalizzazione dei flussi turistici, producendo vantaggi concreti per l'intero sistema economico oltre i mesi estivi».
Le polemiche. Preso atto dell’ultima sentenza del Tar, che di fatto ha obbligato la Regione a pubblicare un nuovo bando per i contributi 2020 destinati ai grandi eventi, l’assessore Chessa ha detto: «Ci atterremo alla decisione dei giudici amministrativi, ma in ogni caso non considero la stessa sentenza come una sconfitta». Perché? «Perché di fatto – ha proseguito – ha confermato di fatto la mia iniziale volontà e la regolarità del primo bando, poi modificato su richiesta delle associazioni, che rispondeva infatti ai criteri della legge sulla promozione turistica delle manifestazioni». Per poi aggiungere: «Il danno, purtroppo e nella sostanza, l'hanno subito le associazioni, anche quelle che hanno presentato il ricorso contro le assegnazioni del 2020. E spiego perché: era infatti concreto il mio impegno, dopo aver ottenuto maggiori risorse finanziarie, di far scorrere la graduatoria, così da ampliare, da 33 a 65, la platea dei beneficiari del contributo, ma questo non sarà più possibile». Perché ora, entro 40 giorni dalla sentenza del Tar , la Regione dovrà stilare per forza una nuova graduatoria e stavolta basata sul merito e non sulla velocità nel presentare la domanda. «Credo – ha concluso Chessa – che visti anche i magri risultati ottenuti dall’intero mondo delle associazioni, alla fine i toni di alcuni protagonisti siano stati inutili ed eccessivi».
Il progetto. «L’obiettivo che ci siamo dati – ha sottolineato l’assessore – è promuovere la Sardegna anche attraverso il grande jazz. L’intendimento comune, della Regione e delle associazioni, è costruire in tempi rapidi uno strumento che abbia un richiamo turistico internazionale, per poi intercettare i tanti appassionati che da sempre viaggiano da un festival all’altro». Tra l’altro – sempre secondo l’assessore – dev’essere proprio «la cultura, oltre allo sport, a contribuire alla destagionalizzazione dei flussi turistici, producendo vantaggi concreti per l'intero sistema economico oltre i mesi estivi».
Le polemiche. Preso atto dell’ultima sentenza del Tar, che di fatto ha obbligato la Regione a pubblicare un nuovo bando per i contributi 2020 destinati ai grandi eventi, l’assessore Chessa ha detto: «Ci atterremo alla decisione dei giudici amministrativi, ma in ogni caso non considero la stessa sentenza come una sconfitta». Perché? «Perché di fatto – ha proseguito – ha confermato di fatto la mia iniziale volontà e la regolarità del primo bando, poi modificato su richiesta delle associazioni, che rispondeva infatti ai criteri della legge sulla promozione turistica delle manifestazioni». Per poi aggiungere: «Il danno, purtroppo e nella sostanza, l'hanno subito le associazioni, anche quelle che hanno presentato il ricorso contro le assegnazioni del 2020. E spiego perché: era infatti concreto il mio impegno, dopo aver ottenuto maggiori risorse finanziarie, di far scorrere la graduatoria, così da ampliare, da 33 a 65, la platea dei beneficiari del contributo, ma questo non sarà più possibile». Perché ora, entro 40 giorni dalla sentenza del Tar , la Regione dovrà stilare per forza una nuova graduatoria e stavolta basata sul merito e non sulla velocità nel presentare la domanda. «Credo – ha concluso Chessa – che visti anche i magri risultati ottenuti dall’intero mondo delle associazioni, alla fine i toni di alcuni protagonisti siano stati inutili ed eccessivi».