La Nuova Sardegna

Strategie per lo sviluppo

Vengo a vivere in Sardegna: la scelta dei lavoratori digitali

di Salvatore Santoni
Il team di Sardiamo.com: Michele Collu, 39 anni, la sorella e la madre
Il team di Sardiamo.com: Michele Collu, 39 anni, la sorella e la madre

Rientro di cervelli e sfide contro lo spopolamento. Sardiamo.com: «Portiamo nuovi residenti»

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Sassari Capitale umano e competenze, ma anche infrastrutture e trasporti, ricerca, innovazione, energia e turismo. È questo il fulcro di “Connessioni” il ponte ideale tra la Sardegna e la Penisola, sul quale fare viaggiare il futuro sviluppo dell’isola, superare i limiti della sua condizione geografica e provare ad attirare nuovi residenti. L’iniziativa, organizzata dalla Nuova Sardegna con il patrocinio della Fondazione di Sardegna e con il media partner SardiniaPost, si apre oggi a Sassari con il primo di cinque incontri – gli altri saranno a Olbia e Cagliari e poi a Roma e Milano, perché “Connessioni” significa superare i confini naturali e portare i ragionamenti sul futuro della Sardegna laddove il Paese ha i suoi centri nevralgici.

Rilocalizzare E in tema di ponti ce n’è uno bello grande che in poco tempo ha fatto guadagnare una ventina di nuovi residenti all’isola tra professionisti, manager e più in generale smart worker a tempo pieno. Si chiama Sardiamo.com ed è una piattaforma internet di relocation service, tradotto letteralmente “servizio di rilocalizzazione”. Detto in altri termini, realizzano il sogno di chi, soprattutto dall’estero, desidera vivere e lavorare in Sardegna tutto l’anno.

La storia Il programma è ideato da un sardo “di ritorno”. Lui si chiama Michele Collu e ha 39 anni, è nato e cresciuto a Cagliari, da dove è andato via all’età di 17 anni. Ha vissuto fuori dall’isola per lavorare in Italia, Stati Uniti, Germania e Francia. Prima formandosi come avvocato d’affari e, dopo un periodo trascorso nella Silicon Valley, è entrato nel mondo del tech digital, dove ha maturato esperienza in aziende con fatturati multimilionari. Nel 2018 è tornato in Europa e nel 2021 è diventato a tutti gli effetti uno smart worker, un lavoratore in remoto per clienti esteri. È in quel momento che ha deciso di portare la sua esperienza nell’isola, mettendo in piedi un programma di rilocalizzazione che consentisse di portare nuova linfa umana nell’isola. Il team di Sardiamo.com è completo: Michele fa l’avvocato, sua madre ha 40 anni di esperienza nel settore immobile e sua sorella è esperta del mondo digitale.

Gli incentivi «Ho scoperto gli incentivi per i lavoratori impatriati – spiega Collu – e nel rendermi conto che questo era possibile a me, ho pensato di renderlo accessibile anche ad altri italiani che come me hanno un lavoro che io definisco flessibile. In fondo basta soltanto una connessione internet. E quindi, insieme alla mia famiglia, ho deciso di avviare un progetto che promuovesse questa idea verso l’estero: venire a stabilirsi nell’isola facendo leva su questo beneficio fiscale portando dunque risorse, energie, competenze e anche contribuzione in Sardegna».

I risultati L’idea di Sardiamo.com è una sorta di allargamento del concetto di “nomadismo digitale”. I nomadi digitali, infatti, sono semplici smart worker mordi e fuggi, che hanno la tendenza di saltare qua e là cambiando spesso meta. Quello che invece hanno messo su a Sardiamo.com è un programma per mantenere stabilmente le residenze nell’isola, di lavoratori del nuovo millennio. «Il sistema funziona – spiega ancora il fondatore di Sardiamo –. Per ora abbiamo ricollocato una ventina di persone in Sardegna. Ma sono centinaia i clienti con i quali ci siamo interfacciati. Li seguiamo in maniera personalizzata e organizziamo in ogni aspetto questo loro cambio di vita. Costruiamo il ponte affinché possano arrivare nell’isola a trovare quello che cercano».

Il target Le figure tipo sono consulenti indipendenti con clienti internazionali, oppure manager di grosse aziende. Diciamo che lo smartworker moderno non esercita una delle professioni classiche. Ci sono anche programmatori informatici che hanno scelto l’isola per vivere e lavorare. Quest’anno c’è una certa vivacità delle richieste, fino a un anno fa le dinamiche della pandemia hanno in parte ostacolato questo nostro programma».

Le location «Spesso ci dicono “vengo a vivere anche in posto remoto” – racconta ancora Collu – ma poi nella pratica tutti cercano luoghi in cui ci sono servizi. Per quasi tutti è molto importare la vicinanza a un aeroporto, oppure la presenza di scuole internazionali dove poter far studiare i propri figli. Da questo punto di vista è la zona del Cagliaritano la più richiesta, ma molti hanno scelto il Nord Sardegna. Una cliente polacca, che viveva in Olanda, ha scelto Palau. Lei lavora per una società di yachting e si è trovata benissimo. Di recente una coppia norvegese ha trovato collocazione tra Baja Sardinia e Porto Rotondo». «L’isola offre un sacco di soluzioni – aggiunge – ma c’è una richiesta che accomuna tutti: “Com’è la connessione internet?”. Ma anche i servizi come supermercati e ospedali. Nessuno vuole sentirsi tagliato fuori dal mondo».



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