Abusi e aggressioni a bordo delle navi: tante donne rompono il silenzio, il caso approda in Parlamento
Nelle ultime settimane alcune vittime hanno deciso di raccontare alla Nuova la loro vicenda
Sassari Pedinate nei corridoi e stalkerate sui social, barricate dentro la cabina senza chiudere occhio per una notte intera, impossibilitate a chiedere aiuto perché il telefono in alto mare non prende e dall’altra parte della porta c’è un uomo che insiste, bussa, chiede di farlo entrare.
I racconti choc da parte di donne vittime di abusi, molestie e aggressioni sulle navi in queste settimane si sono moltiplicati. La Nuova ha dato voce al grido d’allarme di alcune vittime che a distanza di settimane, mesi o anni dall’accaduto hanno avuto il coraggio di parlare. Sono storie più o meno fotocopia, con al centro una donna che viaggia da sola in nave e immediatamente finisce nel mirino di qualche malintenzionato. La donna si trova in una condizione di assoluta inferiorità e debolezza rispetto all’uomo che conosce il suo nome e il numero della cabina in cui alloggia e dunque può facilmente raggiungerla. In un paio di casi le vittime hanno raccontato di essere state contattate attraverso i profili social. In un altro caso la ragazza ha detto di essere stata bloccata in una sala della nave deserta e di essere riuscita a liberarsi con una scusa: «Vado a prendere una boccata d’aria e torno subito».
Ma la sensazione è che il numero di donne protagoniste loro malgrado di questi episodi terribili sia di gran lunga superiore e che la storia si ripeta da anni. Solo in alcuni casi le vittime hanno avuto il coraggio di denunciare rivolgendosi alle forze dell’ordine, molte preferiscono cercare di dimenticare il prima possibile quelle brutte sensazioni. A tutte resta la paura di viaggiare da sole per il terrore di rivivere l’incubo: per questo rinunciano a un loro diritto e si sentono doppiamente beffate.
Sulla vicenda interviene la deputata cagliaritana di Alleanza Verdi Sinistra Francesca Ghirra: la sua è l’unica voce che si è levata dal mondo politico. Con una interrogazione parlamentare rivolta ai ministri Piantedosi e Salvini, Ghirra denuncia la gravità dei fatti e sottolinea la superficialità da parte delle compagnie di navigazione che a suo giudizio hanno liquidato questi episodi con leggerezza senza adottare provvedimenti adeguati.
E proprio le compagnie in questo spazio dicono la loro: il gruppo Moby Tirrenia e Grimaldi respingono le accuse di sottovalutazione e assicurano che l’attenzione è massima per fare in modo che questi fatti incresciosi non si ripetano e che su quelli denunciati venga fatta chiarezza quanto prima.