La Nuova Sardegna

L’emergenza

Campagne invase dai cinghiali: agricoltori sul piede di guerra

di Salvatore Santoni
Campagne invase dai cinghiali: agricoltori sul piede di guerra

Milioni di euro di danni e incidenti stradali a causa della fauna selvatica. Coldiretti chiama alla mobilitazione: il 27 giugno protesta davanti alle prefetture

23 giugno 2024
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Sassari Cinghiali, cervi, cornacchie, nutrie, cormorani. Dal Cagliaritano al Sassarese ogni giorno agricoltori e allevatori sardi devono fare i conti con degli ospiti sgraditi che distruggono ogni tipo di coltura. Un fenomeno che negli ultimi anni è andato completamente fuori controllo. Tanto da portare la Coldiretti a decidere di organizzare una mobilitazione forte: il 27 giugno ha dato appuntamenti a tutti gli iscritti davanti alle sedi dei prefetti di Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano. L’obiettivo? Andare oltre la logica degli indennizzi e affrontare il problema con interventi strutturali e definitivi.

I danni La protesta di Coldiretti parte da dati concreti riportati dai piani di contenimento in quelle province che ne risultano provviste. In particolare, sul cinghiale, animale che crea il maggior numero di danni alle imprese e alle persone, nella Provincia di Oristano, solo negli ultimi 5 anni, sono stati erogati indennizzi per 226mila euro (a fronte di oltre 348 mila euro totali per tutti i danni da fauna selvatica) ovvero circa l’82% contro il 18% da altri animali. In base al rilevamento, poi, i territori più colpiti sono quelli di Sinis e Montiferru. Inoltre, complessivamente, nel corso del 2022 e del 2023 sono stati accertati rispettivamente 85 e 83 incidenti stradali causati dal cinghiale. Per quanto riguarda il cinghiale, nel Nuorese, nel quinquennio 2016/2020 sono stati oltre 300mila euro i danni alle aziende agricole che hanno presentato istanza (195 domande accolte sulle 225 presentate) e una media di 1.500 euro a domanda approvata con importo medio annuo di 60mila euro (primi tre comuni per importi indennizzati Bitti, Nuoro e Dorgali). Gli incidenti stradali rilevati nel periodo 2018/2021 nella provincia sono stati 360. A Sassari tra il 2015 e il 2021 sono stati richiesti ai comuni indennizzi per poco meno di 860mila euro, mentre nel biennio 2020/2021 le richieste si sono attestate a quasi 370mila euro. Più della metà degli indennizzi totali vengono spesi per i danni riportati nei soli Comuni di Sassari e Alghero, dai quali pervengono anche il più alto numero di istanze. Altro dato in crescita è quello degli incidenti stradali, passati dai 150 nel 2014 ai 248 del 2019 sino all’impennata del 2021: 400.

«Adesso basta» «Non si può continuare a rinviare – dice il presidente di Coldiretti, Battista Cualbu – questo problema va affrontato una volta per tutte. Non è possibile che agricoltori e allevatori debbano avere a che fare, oltre che con le bizze del tempo, anche con i gravi danni causati dalla fauna selvatica. Se poi a questo si aggiungono anche tutte le conseguenze in termini di sicurezza per i cittadini, e quindi gli incidenti stradali causati da questi animali, credo che sia arrivato il momento per la politica di fare qualcosa di serio. Non si può continuare a tergiversare e non possono prevalere certi animalisti da salotto. Il problema è troppo grande e importante sia in termini economici sia di sicurezza per non essere risolto in maniera strutturale».

Dai prefetti In Coldiretti si sono dati appuntamento per giovedì 27 giugno in una grande manifestazione. «Andremo dai prefetti – riprende Cualbu – affinché si possa trovare una soluzione definitiva. La nostra proposta, per dirne una, è di tenere la caccia sempre aperta. Il problema si può affrontare legiferando. A noi interessa capire se c’è o meno la volontà di risolvere il problema alla radice, perché le soluzioni non mancano. Il problema, ripeto, è la volontà».

«Un disastro» La mobilitazione Coldiretti parte da una serie di segnalazioni e malumori che da tempo avanzano allevatori e agricoltori da ogni parte dell’isola. «Il quadro generale è devastante – spiega Nicola Piga, che gestisce un’azienda a Marrubiu (Oristano) –. Le cornacchie si mangiano la metà del mais e i cinghiali ormai vivono a 50 metri da casa e distruggono quello che resta. Ho fatto la denuncia per l’indennizzo e so già che non rientrerò nemmeno delle spese. Ma anche se fosse, chi mi paga il mancato guadagno? Bisogna capire che gli agricoltori vogliono poter piantare e raccogliere, gli indennizzi non sono una soluzione».

Gli fa eco Cesarino Moni, che nel Nuorese ha qualcosa come 250 ettari. «Dovevamo fare le provviste di grano e fieno in alcuni appezzamenti ma i cinghiali hanno rovinato tutto. Il bello è che non mangiano nulla ma fracassano tutto. Quando entrano negli erbai li demoliscono proprio. È un problema con cui abbiamo sempre convissuto, ma negli ultimi due o tre anni è diventata una cosa incredibile. Tra l’altro la mia azienda è tutta recintata da un muro con rete metallica, ma trovano comunque il modo per aprirsi un varco».


 

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