La Nuova Sardegna

Politica

Blocca-rinnovabili, in consiglio regionale la leggina

di Giuseppe Centore
Cagliari una seduta del Consiglio regionale
Cagliari una seduta del Consiglio regionale

Sarà il primo provvedimento della legislatura in aula

02 luglio 2024
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Cagliari Si chiuderà oggi, 2 luglio, a meno di clamorosi colpi di scena, la prima partita in Consiglio regionale sulle rinnovabili. L’aula stamattina riprende i lavori sul disegno di legge 15, primo provvedimento di questa legislatura in aula. È quello che riguarda un temporaneo divieto a realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica fonti rinnovabili. Il divieto praticamente si estende su tutto il territorio regionale, tranne per quelle aree dove già esistono impianti, sia eolici che fotovoltaici e per i quali è in corso un processo di revamping (cioè riammodernamento senza incremento di potenza), per impianti destinati all’autoconsumo o per comunità energetiche o per quelli legati a opere pubbliche o al trasporto pubblico. È facile prevedere che la versione finale del testo, sarà analizzata con molta attenzione dall’ufficio per le autonomie e l’esame di legittimità costituzionale del Dipartimento per gli affari Regionali della Presidenza del consiglio dei ministri.

In pratica si tratta dell’ufficio che cura l’istruttoria delle leggi su cui poi il consiglio dei ministri, entro 60 giorni dalla sua promulgazione deciderà se impugnare o no le leggi. Il via libera dal governo a questo provvedimento, anche se si tratta di una legge che durerà al massimo sei mesi, non è per nulla scontato, anzi.

Il testo finale del provvedimento che oggi sarà votato dall’aula conterrà tre elementi nuovi su cui c’è stato l’accordo tra maggioranza e opposizione. Interrotto l’ostruzionismo a fine seduta giovedì scorso sono stati ritirati tutti gli emendamenti sostitutivi presentati dalle opposizioni, in cambio di un via libera a tre elementi: il via libera all’agrivoltaico ma solo per impianti di potenza non superiore ai 10 megawatt; la costituzione della società energetica sarda (ente regionale che dovrebbe governare eventuali benefici e ricadute per l’isola dalla realizzazione degli impianti); e l’avvio della redazione del piano regionale di sviluppo che al suo interno conterrà anche temi e prospettive dell’applicazione della transizione energetica alla Sardegna.

Le opposizioni presenteranno oggi in aula altri cinque emendamenti aggiuntivi. Il primo sull’agrivoltaico a 12 megawatt; il secondo consente la realizzazione di impianti di rinnovabili destinati alla produzione di idrogeno verde; il terzo esclude dal blocco gli impianti già finanziati o finanziabili con fondi Ue, Pnrr , o nazionali e regionali; il quarto obbliga gli impianti autorizzati ma non ancora realizzati alla verifica di compatibilità urbanistica. L’ultimo non sospende gli impianti sotto 1 megawatt destinati a comunità energetiche o enti locali. Nessuno di questi dovrebbe essere accolto dalla maggioranza. Questo fatto dovrebbe comportare l’astensione delle opposizioni sul voto finale al provvedimento. In altri tempi sarebbe bastato molto meno per un voto contrario, ma adesso votare no a una legge del genere, pur giudicata imperfetta e forse inutile, sarebbe un gesto a dir poco impegnativo.

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