La Nuova Sardegna

Femminicidio

L’sms: sto bene, sono andata via da San Sperate. Invece il marito l’aveva uccisa

di Luciano Onnis
L’sms: sto bene, sono andata via da San Sperate. Invece il marito l’aveva uccisa

Igor Sollai arrestato per l’omicidio di Francesca Deidda. Per gli inquirenti avrebbe provato a depistare con il telefonino della donna

08 luglio 2024
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San Sperate Il telefonino della moglie usato per tranquillizzare familiari e amici, e depistare eventuali indagini sulla scomparsa della donna. Igor Sollai – se è vero, come ipotizzato dagli inquirenti, che ha ucciso la moglie – ha creduto che messaggini e mail potessero bastare a nascondere il femminicidio ed essere una prova che la moglie era viva e solo desiderosa di staccare la spina da un ménage matrimoniale che si era fatto difficile.

Al momento però siamo solo alla fase dei sospetti, perché il corpo della presunta vittima non è stato ritrovato. Gli investigatori ritengono che l’abbia fatto sparire il marito. Non solo: l'indiziato avrebbe anche inviato sms a familiari e amici della vittima, e perfino una mail di dimissioni alla società per cui lei lavorava, al fine di nascondere la sua scomparsa, risalente a metà maggio.

Il castello di carta che Igor Sollai, 43 anni, autotrasportatore di Assemini residente a San Sperate, avrebbe costruito attorno alla presunta uccisione della moglie Francesca Deidda, quarantaduenne, anche lei originaria di Assemini, impiegata a Cagliari nel call center di una società finanziaria, sarebbe stato però smontato dai carabinieri con scrupolose indagini andate avanti per oltre un mese.

Gli elementi indiziari raccolti hanno portato a una ipotesi di reato pesantissima nei confronti dell’uomo e al suo conseguente arresto: omicidio aggravato e occultamento di cadavere.

Gli investigatori dell’Arma e il pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Marco Cocco, sono convinti che Igor Sollai abbia ucciso la moglie e fatto scomparire il suo corpo. Della tesi accusatoria sembra essersi convinta anche la gip Ermengarda Ferrarese che ieri, nell’udienza di convalida tenutasi in videoconferenza fra tribunale e carcere di Uta, ha confermato il provvedimento di custodia cautelare in carcere per l’indagato.


La richiesta del suo avvocato difensore di assegnazione agli arresti domiciliari con il supporto di braccialetto elettronico non è stata accolta dal giudice.

L’ennesimo caso di femminicidio avrebbe una collocazione temporale intorno al 15 dello scorso maggio. Secondo quanto trapelato, il matrimonio della giovane coppia, che da Assemini si era trasferita nel 2012 a San Sperate in un appartamentino al secondo piano di una palazzina di via Monastir 135, sarebbe entrato in crisi e le cose andavano peggiorando nel tempo.

Da metà maggio la donna è scomparsa, nessuno l’ha più vista. Il marito non ha però denunciato ai carabinieri la strana assenza da casa riferendo poi agli investigatori, nel corso delle indagini successive, che forse lei si era voluta prendere un periodo di riflessione sul matrimonio che andava a rotoli, e stare per conto proprio. A fare la denuncia di scomparsa ha provveduto il 30 maggio il fratello di Francesca nella caserma dell’Arma di San Sperate. Troppi segnali facevano pensare al peggio.

Sono così partite le indagini dei carabinieri della Compagnia di Iglesias, non trascurando tutte le possibili ipotesi. Ma la pista del suicidio e dell’allontanamento volontario sono state ritenute improbabili, portando gli inquirenti a concentrarsi sulla vita privata di Francesca Deidda.

L’attività investigativa, supportata dalla verifiche degli specialisti del Ris sugli sms e su una mail partiti dallo smartphone della donna, hanno portato all’acquisizione di gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Igor Sollai. Troppe incongruenze esistenti nelle versioni fornite ai carabinieri dall’autotrasportatore circa il periodo antecedente la scomparsa della moglie.

Le indagini hanno avuto un’accelerazione negli ultimi giorni e, messo assieme il puzzle degli elementi indiziari raccolti, il pubblico ministero Marco Cocco ha firmato e fatto eseguire un mandato di detenzione cautelare in carcere per il presunto autore del nuovo caso di femminicidio.

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