È morto Graziano Mesina, aveva 83 anni
Aveva appena lasciato il carcere a Milano per le sue gravi condizioni di salute
Sassari Graziano Mesina è morto alle 8 di stamane, sabato 12. L'ex primula rossa del banditismo sardo aveva 83 anni. Era gravemente malato e detenuto nel carcere di Opera, solo ieri le sue legali avevano ottenuto dal Tribunale di sorveglianza che fosse scarcerato. Sarebbe voluto tornare nella sua Orgosolo, ma le condizioni erano così gravi che dal carcere è passato al reparto detenuti del san paolo di Milano. Lì finisce la sua lunga storia fatta di reati, arresti ed evasioni. Mesina, che durante la latitanza riusciva a raggiungere lo
stadio Amsicora per vedere le gesta del Cagliari di Gigi Riva, è morto il giorno dell'anniversario di quello storico Scudetto del '70.
L’avvocata Beatrice Goddi, anche a nome della collega Maria Luisa Vernier, esprime dolore e rammarico per la morte di Graziano Mesina. «La situazione era chiara dal 13 marzo, quando Mesina si era sottoposto a una tac che aveva evidenziato tutte le criticità legate alla sua patologia. Quel giorno stesso avevamo fatto doamnda peché venisse scacerato. Dispiace che si sia atteso tutto questo tempo, si poteva e si doveva scarcerare prima».
Graziano Mesina da ieri non si trovava più nella sezione di Medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano, era stato infatti trasferito al quarto piano, quello di Oncologia della stessa struttura. L’ex bandito ci era arrivato da uomo libero, dopo la decisione del tribunale del Riesame di Milano che aveva accolto la richiesta di differimento pena, per via delle sue condizioni di salute. I giudici avevano accolto l’istanza presentata, ed era l’ottava volta, dalle sue avvocate, Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier. La sua volontà era quella di non morire in carcere e di poter tornare a Orgosolo. Inutilmente negli ultimi due anni le due legali avevano cercato di far tornare Mesina almeno in un carcere isolano, proprio per riavvicinarlo alla famiglia. Non era stato però consentito.
Mesina, dopo la grazia accordatagli dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi nel 2004, era finito di nuovo nei guai nel 2013. Era stato accusato di gestire un’associazione criminale specializzata nel traffico degli stupefacenti. Ma anche, in stile amarcord, di progettare un sequestro di persona. Aveva aspettato da libero (per decorrenza dei termini) la sentenza definitiva, 24 anni, ma era sparito prima di venir riportato in carcere. Un anno e mezzo di latitanza, finita a Desulo. Quindi ancora il carcere, a Milano. Poi la malattia. Da ieri era di nuovo un uomo libero e stamane è morto.
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