La Nuova Sardegna

Lo scontro

Abbanoa è tutti contro tutti, Alessandra Todde: «Ora una nuova gestione»

di Giuseppe Centore
Abbanoa è tutti contro tutti, Alessandra Todde: «Ora una nuova gestione»

Il bilancio è stato approvato il presidente Piga attaccato dai revisori. La governatrice: «Siete distanti dai comuni basta con questo atteggiamento padronale»

30 luglio 2024
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Cagliari Mancavano solo i guantoni da boxe, quelli veri. Per il resto c’è stato di tutto, come in un combattimento di pugilato, anche se in questo caso hanno prevalso i colpi sotto la cintura, gli sgambetti, le risate a denti stretti, le smorfie di disappunto per nulla celate. L’assemblea degli azionisti di Abbanoa non ha tradito le attese. Scontro doveva essere e così è stato. Alla fine la scontata approvazione del bilancio del 2023, che si chiude con un utile di 1,7 milioni portati a riserva, è passata quasi in second’ordine.

I duelli A favore del bilancio hanno votato il 99,7 per cento dei presenti, i sindaci e la Regione (che detiene il 70,9 per cento del capitale sociale di Abbanoa). Ma prima del voto è stato un fiorire di duelli, polemiche e rimbrotti: dentro al cda di Abbanoa (plasticamente diviso tra presidente Piga e consiglieri Sacco e Ledda); tra presidente di Abbanoa e il presidente del collegio dei conti; tra sindaco di Cagliari Massimo Zedda e lo stesso presidente di Abbanoa; tra AlessandraTodde, in rappresentanza della Regione, e Fabio Albieri, sindaco di Calangianus e presidente di Egas. Alla fine i prolungati e fastidiosi botta-e-risposta hanno solo confermato l’ingovernabilità, di fatto e forse anche di diritto, di Abbanoa così come è adesso. Ma nessuna soluzione è all’orizzonte. L’attuale cda è decaduto ieri con il voto sul bilancio e potrà svolgere l’ordinaria amministrazione solo per altri 45 giorni. Non è detto che prima di quella data l’assemblea possa essere riconvocata. Poco dopo le 10 e 57, all’avvio dei lavori, il clima sembrava disteso. Il presidente Piga aveva svolto la relazione di introduzione al bilancio con i ringraziamenti di rito, ricordando le difficoltà nella gestione dell’ultimo triennio.

La relazione «Per troppo tempo le esigenze e la valorizzazione del personale sono state poste in secondo piano. Abbiamo dotato la società di un nuovo modello organizzativo, come chiesto dai soci, per migliorare efficienza ed evitare accentramento di funzioni in capo a una sola persona come in passato». In conclusione del suo intervento Piga parla di «cattiva pubblicità», a seguito del ricorso avanzato dai sindaci verso il cda, in tribunale.

La replica Il presidente del collegi sindacale Francesco Salaris ha di fatto riassunto la durissima relazione allegata al bilancio, contestando i diversi comportamenti del presidente. «Abbanoa allo stato non è controllata. In questi tre anni di mandato non ha mai avuto indirizzi. In ogni caso non durante il cda. Non è vero che sino a dicembre tutto andava bene: abbiamo sollevati dubbi già a settembre. Abbiamo chiesto in tutti i modi al presidente di cambiare impostazione. Siamo stati costretti a fare ricorso perché presidente ancor prima che noi lo presentassimo avendo avuto sentore di ciò ha dato incarico a un legale per un ricorso preventivo difensivo, inesistente nel nostro ordinamento giudiziario, e infatti ignorato dal Tribunale. Troppe cose nel cda non andavano bene. Ci è stato imposto di controllare i documenti solo di persona in società. Dopo che il Tribunale ha incaricato un curatore, le anomalie sono state sanate, con nuovi regolamenti e percorsi trasparenti di adozione delle delibere del cda. Inspiegabile – conclude Salaris – che non siamo stati informati delle indagini della Finanza (qui Salaris si riferisce all’ispezione sulla gestione crediti per 50 milioni che ha portato a una relazione delle Fiamme Gialle alla Procura della Corte dei Conti, ndr), causa degrado dell’assetto organizzativo». Piga replica alla relazione di Salaris con un «non siamo d’accordo quasi su nulla», scatenando la risposta dell’Ad Ledda: «non parli al plurale: io sono dalla parte del collegio». Ma è toccato a Massimo Zedda, sindaco di Cagliari accendere la miccia delle polemiche con un intervento durissimo contro Piga.

L’affondo «Dobbiamo rivedere la governance di Abbanoa. Il collegio dei sindaci è composto da gentiluomini. Anche i controllori del Comune hanno notato le stesse irregolarità da loro segnalate. Ci sono troppi sprechi e poca organizzazione. Vorrei che fosse chiaro che qui, quando parlano i sindaci e la Regione, sta parlando la proprietà e chi esercita un ruolo dentro Abbanoa non apre dibattiti ma esegue ordini. È chiaro? Chi amministra non ha in mano un giocattolino ereditato in famiglia ma una società di tutti i sardi». Leggermente più diplomatica la presidente della Regione. «Mancano programmazione, indirizzo e controllo. Abbanoa è distante dai comuni. Dobbiamo riprendere in mano la sua gestione. Un atteggiamento padronale non risponde alle esigenze cittadini. Non è accettabile che business di depurazione e manutenzione vengano gestiti così». Fabio Albieri, sindaco di Calangianus e presidente di Egas l’ente di gestione difende il suo operato, forte anche di un parere dell’avvocatura dello Stato e si produce in un appassionato battibecco con la Todde. «Se lei avesse provveduto a nominare una persona di sua competenza questo corto-circuito non ci sarebbe stato. Non accetto di essere accusato di comportamento scorretto».

L’appello finale Pietro Carbini, sindaco di Santa Maria Coghinas chiede una maggior presenza di Abbanoa sul territorio: «noi siamo gli azionisti, non gli utenti». Il sindaco di Sorso, Fabrizio Demelas, lancia un appello: «ma non ci sono altri strumenti oltre ai tribunali per risolvere i contrasti tra Egas e Regione? Arrivino subito le terne dei nomi candidabili al cda di Abbanoa». L’assemblea si chiude col voto e con l’ultima frase di Piga sulle «amenità varie», espresse durante la seduta. Un concetto che ha provocato smorfie e sorrisetti anche al tavolo della presidenza.

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