La Nuova Sardegna

Lo scenario

Riecco il Galsi: “resuscitato” il progetto del gasdotto tra l’Algeria e la Sardegna

di Claudio Zoccheddu
Riecco il Galsi: “resuscitato” il progetto del gasdotto tra l’Algeria e la Sardegna

Accordo Eni-Sonatrach per la costruzione. Silvio Lai, Pd: «Possibile che il governo non sapesse?»

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Sassari A volte ritornano. E in questo caso, non è nemmeno la prima volta. La notizia della rinascita del Galsi, acronimo di “ Gasdotto Algeria Sardegna Italia”, rimbalzava da qualche giorno nei siti specializzati ma l’onore della ribalta è arrivato a margine dell’incontro di boxe tra l’algerina Imane Khelif e l’italiana Angela Carini.

Miracoli dell’Olimpiade, perché le atlete combattevano sul ring di Parigi ma i ceffoni arrivavano in Sardegna. Perché, fino a prova contraria, da queste parti nessuno sapeva che l’idea di un gasdotto modello “Galsi” non era per niente morta. E nemmeno sepolta. Infatti, il 31 luglio a Milano, Eni ha firmato un accorso con i due colossi algerini del gas, Sonatrach e Sonelgaz, in cui è stato messo nero su bianco l’impegno di “ realizzare gli studi di fattibilità congiunti per un progetto di interconnessione elettrica tra le reti dell’Algeria e dell’Italia, attraverso un cavo sottomarino”.

Le prime notizie parlavano di “elettricità decarbonizzata da fonti rinnovabili”. Poi, ieri, “La Repubblica” ha pubblicato poche righe a margine del pezzo che raccontava il sostegno algerino alla sua atleta e il rischio che ne derivava per i buoni rapporti diplomatici tra i due paesi. E, proprio Repubblica, parla di un gasdotto che attraverserà la Sardegna. Già visto, già sentito.

Il vecchio “Galsi” Il progetto originale aveva immaginato un gasdotto per il metano lungo circa 830 chilometri. La base di partenza era stata individuata dalla stazione di compressione algerina di El-Kala Draouche, poi il gasdotto avrebbe proseguito sott’acqua per 580 chilometri, in parte tra l’Algeria e la Sardegna, in parte tra la Sardegna e la Toscana. Non è tutto, perché una parte del “vecchio” Galsi prevedeva una sede all’asciutto, 280 chilometri di gasdotto emerso tra Porto Botte, località marina del comune sulcitano di Giba, e Olbia, seguendo a grandi linee il tratto campidanese della 131 e quello della 131 Dcn. Poi, la connessione finale era prevista a Piombino, in Toscana. Per capire come si snoderà il “nuovo” Galsi, invece, bisognerà attendere. E chissà che un'accelerata non arrivi dopo l’interrogazione presentata dal deputato sardo del Pd, Silvio Lai.

L’interrogazione. «Mentre Salvini e Meloni si fanno coinvolgere nella discussione sui giochi olimpici e sulle gare di pugilato femminile, un importante quotidiano nazionale pubblica una notizia bomba che riguarda proprio il nostro Paese e l’Algeria. Sembra che mentre si gonfiava il caso diplomatico/sportivo, Eni sottoscriveva con i due colossi pubblici nazionali algerini degli idrocarburi Sonatrach e Sonelgaz un accordo per la costruzione di un nuovo gasdotto diretto con l’Europa e che attraverserebbe la Sardegna».

«Penso che sia doveroso chiedere alla presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e lo farò con un’interrogazione urgente, se il Governo italiano fosse al corrente dell’accordo firmato da Eni e, in quel caso, se ne avesse informato la Regione Sardegna. Oppure, se il Governo ne fosse rimasto all’oscuro, come sia possibile che Eni si possa muovere sul territorio italiano senza alcun tipo di relazione col suo principale azionista».

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