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Sabotaggio su un impianto eolico: tragedia sfiorata a Mamoiada

di Andrea Massidda
Sabotaggio su un impianto eolico: tragedia sfiorata a Mamoiada

Qualcuno ha usato una chiave inglese e ha svitato i bulloni alla base della “torre”

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Cagliari Mentre si apprestava a svolgere la manutenzione di routine su una pala eolica installata nei pressi della strada che collega Mamoiada a Gavoi (precisamente la Provinciale 30) è rimasto a bocca aperta: qualcuno aveva svitato con una chiave inglese i bulloni che saldavano al suolo la grande torre, lasciandola di fatto in balia del destino. Soltanto per un miracolo la turbina non è precipitata con il rischio di cadergli addosso o – nonostante la distanza di sicurezza – di centrare qualche auto in corsa. E ancora, di piombare su un pastore che pascolava il gregge.

Ad accorgersi di quello che a tutti gli effetti appare come un vero e proprio atto di sabotaggio è stato nella mattinata di lunedì scorso un dipendente della società “Emmeimpianti” di Samassi, la stessa che cura la manutenzione di quelle pale in particolare e di tante altre montate, sino a prova contraria, su aree dichiarate idonee.

Naturalmente l’operaio ha dato subito l’allarme all’azienda per la quale lavora. Poi quest’ultima ha avvisato la società proprietaria dell’impianto, che ha presentato una dettagliata denuncia ai carabinieri di Mamoiada. Edoardo Melis, titolare della “Emmeimpianti”, ha invece espresso il suo disappunto su Facebook e al telefono con il cronista. «Nell’ultimo periodo – sono le sue parole – nel bene e soprattutto nel male si è parlato tanto del nostro settore, ma quanto accaduto è assurdo. Protestare o non essere d’accordo su come le fonti di energia in questione vengano gestite è lecito – continua Melis –, così come è altrettanto lecito esprimere la propria contrarietà in modo civile. Ma nel momento in cui si mette a rischio la vita delle persone tutto ciò non è più tollerabile e non si può stare in silenzio davanti a certe azioni: ci sono padri di famiglia che la sera vorrebbero tornare tranquillamente a casa dopo aver lavorato in maniera serena».

Edoardo Melis, 32 anni, da dieci occupato in questa attività anche per via del suo diploma di perito industriale conseguito all’Istituto tecnico Marconi di Cagliari, mette inoltre l’accento su un aspetto squisitamente professionale. «Non è successo – precisa –, tuttavia in linea teorica il committente che ci ha affidato la manutenzione dell’impianto avrebbe potuto dubitare dell’operato svolto dalla nostra azienda. Va anche aggiunto – continua – che nel caso specifico non ci sono dubbi che sia stato un atto di sabotaggio: le fotografie e le riprese video che abbiamo fatto sul posto parlano da sole, così come la voce preoccupata del nostro operatore che raccontava “a caldo” quanto stava osservando, non lascia adito ad altre ipotesi».

Melis, fa anche un’analisi generale della situazione. «ll legittimo e auspicabile dibattito sulle energie rinnovabili che in questi ultimi mesi sta animando e dividendo l’opinione pubblica della Sardegna – spiega – rischia di sfuggire di mano davanti all’imprecisa o parziale informazione diffusa dai media tradizionali e poi troppo spesso ingenuamente rilanciata dai privati cittadini attraverso i social. Il risultato è che la divulgazione incontrollata di messaggi talvolta demagogici o palesemente falsi può indurre qualcuno a compiere atti pericolosi e ai danni di impianti in funzione perché già autorizzati».

Pur amministrando e dirigendo un’azienda che costruisce impianti fotovoltaici e si occupa della manutenzione delle pale eoliche, Melis non è certo un uomo privo di coscienza ambientale o indifferente alla tutela del paesaggio. Anzi. «Anche se sono del settore – dice – per esempio sono contrario all’installazione di impianti su terreni che precedentemente erano destinati all'agricoltura, del resto vivo in un paese la cui economia si basa sulla coltivazione di grano, carciofi e tanto altro. Ma certe azioni di sabotaggio vanno assolutamente condannate».

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