La Nuova Sardegna

Cittadinanza e politica

Ius Scholae, Pietro Pittalis (Fi): «Battaglia di civiltà». Dario Giagoni (Lega): «Inaccettabile»

di Serena Lullia
Ius Scholae, Pietro Pittalis (Fi): «Battaglia di civiltà». Dario Giagoni (Lega): «Inaccettabile»

Salvatore Deidda: «La norma non si cambia», Silvio Lai, Pd: «Pronti a votarlo»

10 settembre 2024
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Sassari Per Forza Italia la rotta è tracciata. Ma gli alleati potrebbero mandare in secca la barca azzurra che punta convinta sullo Ius scholae come norma di civiltà. Un prezioso mattoncino della grande casa dei moderati che Fi intende costruire. Non un annuncio spot, una boutade da solleone del segretario nazionale Antonio Tajani. «Ma una posizione ben precisa che verrà tradotta in proposta di legge entro settembre», conferma il deputato forzista Pietro Pittalis. «Si tratta di creare un corpo normativo non per aprire indistintamente e indiscriminatamente. Ma per riconoscere la cittadinanza italiana a chi nasce in Italia da genitori stranieri o stranieri dopo un percorso di studi con verifica del livello di conoscenza della lingua. Stiamo parlando di bambini che frequentano le scuole elementari, che studiano e giocano con i coetanei italiani, frequentano gli stessi luoghi e crescono da italiani. FI ci crede, questa battaglia si colloca nel solco del grande pensiero liberale».

Pittalis non teme la burrasca in maggioranza. Certo che il confronto di famiglia porterà a una sintesi delle posizioni. Come accaduto su temi spinosi come l’autonomia differenziata. «Spero che i colleghi del centrodestra, soprattutto Lega, comprendano la bontà di questa proposta. Noi non intendiamo arretrare. Nel rispetto delle posizioni mi auguro e spero che si possa fare sintesi in maggioranza». Ma a sentire il deputato di Fratelli d’Italia, Salvatore Deidda, il dialogo è un’utopia. «La normativa italiana sulla cittadinanza non è più restrittiva di quella in vigore in molti altri Stati europei. Anzi i dati, Eurostat 2022 certificano che l’Italia è al primo posto in Europa per la concessione di cittadinanze agli stranieri. Cambiare la normativa non è una priorità e non fa parte del programma di governo del centrodestra. Per FdI la cittadinanza italiana deve essere la condivisione di valori, tradizione, identità, di un sistema sociale e di leggi. La sinistra lo propone per dividere il centrodestra ma non ci riuscirà perché è strumentale. In passato ha bocciato proprio lo Ius scholae e la sua proposta è stata solo lo Ius Soli».

E il deputato della Lega, Dario Giagoni, rincara la dose. «Non è una priorità, non è nell’agenda di governo. In Europa l’Italia rilascia più cittadinanze di Spagna e Francia. Non condivido che la si conceda per aver frequentato la scuola. Se si vuole fare una vera integrazione non è quella della sinistra di aprire i porti a chiunque. Oltretutto si avrebbero figli con cittadinanza perché hanno fatto un percorso di studi e genitori no. E non dimentichiamo che così diventiamo anche più appetibili per gli scafisti che trasportano migranti minori. C’è poi il rischio che all’interno delle scuole non si possa insegnare la poesia o la canzoncina di Natale perché turba il ragazzo musulmano. O Dante e la Divina Commedia per lo stesso motivo. Quindi va bene l’attuale norma, anzi servirebbe che fosse più restrittiva».

Il Pd apre al compromesso sullo Ius scholae proposto da Forza Italia. «Sono favorevolissimo – dice il deputato dem Silvio Lai –. Non è più rimandabile, per questioni di giustizia se non per motivi di interesse. Sul piano della giustizia rimbombano nelle nostre orecchie le parole di Liliana Segre sulla sua esperienza da bambina a cui era proibita la scuola pubblica perché ebrea. Nello stesso modo continuiamo a far vivere a bambini che parlano le nostre lingue con le cadenze locali, una esperienza di esclusione inaccettabile. Non può essere solo lo sport e chi ha successo in una disciplina sportiva il motivo di una concessione di cittadinanza. Se è l’unico terreno di convergenza, va bene anche la versione temperata dello Ius Scholae. Sempre che da parte della maggioranza venga confermata dai fatti quella che appare solo una dichiarazione estiva da parte di un solo dei partiti del Governo Meloni».

E il senatore del M5S Ettore Licheri, conferma. «È una misura di buon senso che darebbe una grossa spinta alla coesione sociale di questo paese. Se un ragazzo studia Dante o Alessandro Manzoni è un ragazzo incontrovertibilmente italiano. Anzi, se li studiasse così bene da cogliere i vizi del popolo italiano che i due denunciavano attraverso le loro opere, quel ragazzo da adulto diventerebbe anche un ottimo politico italiano».

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