La Nuova Sardegna

La legge

Sì alla polizza sulle catastrofi naturali: «Ma troppi dubbi interpretativi»

di Paolo Ardovino
Sì alla polizza sulle catastrofi naturali: «Ma troppi dubbi interpretativi»

L’esperto Maurizio Hazan sull’obbligo per le imprese previsto dal decreto legge del Governo

20 settembre 2024
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Sassari Il tempismo è beffardo, e d’altra parte rende l’idea. Nelle ore in cui l’Emilia-Romagna sta affrontando un’alluvione di proporzioni terribili, nella sala al terzo piano di Acrisure Italia, a Sassari, in via Mazzini, Maurizio Hazan commenta il decreto legge sull’obbligo di assicurazioni per catastrofi naturali.

Nella sede del broker del settore, l’esperto traccia gli scenari attorno all’entrata in vigore della legge 213/2023. Dal primo gennaio le imprese saranno tenute ad assicurarsi contro i rischi della natura. Sarà «un evento epocale», come lo battezza subito Stefano Sardara, ceo di Acrisure. La misura riguarda in prima battuta le aziende («ma sono tante quelle escluse», dice Hazan) e ci si aspetta a lungo termine un’apertura agli immobili intesi come abitazioni. Per ora si parte dal mondo del lavoro.

Paese a rischio Senza toni allarmistici, numeri alla mano, Hazan, voce autorevole in Diritto delle assicurazioni, dichiara apertamente che «l’Italia è un Paese messo molto male in quanto a copertura per catastrofi naturali. Eppure, nel panorama europeo è il più esposto», si parla di terremoti e alluvioni. «E nel mondo è l’ottavo Paese più a rischio». Quando Hazan dice che «Il 40 per cento della popolazione è a rischio», indica anche la Sardegna. Le allerte maltempo delle ultime settimane, e le tempeste estive che hanno lasciato danni nelle città e nei paesi, fanno intuire la necessità di una misura che consenta di tutelarsi.

Possibili esclusi Sul decreto in sé, occorre dirlo, aleggia dello scetticismo. «Uno strumento necessario ma, dopo aver visto alcune bozze e interloquito con chi si occupa della stesura definitiva, con singolari difficoltà di espressione». Il principale interrogativo riguarda proprio i soggetti che potranno stringere in mano la polizza.

Il dubbio interpretativo del decreto, secondo l’avvocato, «consiste nel fatto che vengono citate genericamente delle imprese tenute a iscriversi all’apposito registro» ma il timore è che l’obbligo tagli fuori piccole attività di artigiani e lavoratori in proprio. «Eppure stiamo parlando di coloro che più di altri avrebbero bisogno di una copertura per i danni dovuti a catastrofi naturali. Parliamo di piccoli imprenditori, artigiani, piccoli commercianti, lavoratori in proprio e attività a conduzione familiare». Questo è «un dubbio che vale due milioni di assicurati», aggiunge Maurizio Hazan, contando i lavoratori tenuti in bilico dalla bozza di legge sul territorio italiano. Formalmente, la misura entrerà in vigore 90 giorni dopo il decreto attuativo. Per la primavera 2025 certi nodi dovranno essere sciolti.

Immobili In ogni caso, l’obbligo di copertura assicurativa non riguarderà le merci bensì le attrezzature commerciali e gli spazi degli immobili. Precisazione dovuta: «Il decreto non sarà applicabile a imprese i cui immobili risultano gravati da abusi edilizi».

Quando si ha a che fare con frane e inondazioni – nell’isola il rischio sismico è ai livelli minimi – occorre calcolare anche la responsabilità di chi costruisce in aree off limits. Si può parlare di natura, ma dietro a queste catastrofi, nella maggior parte dei casi, c’è la (cattiva) mano dell’uomo.

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