La Nuova Sardegna

Medio Oriente

La Brigata Sassari nel Libano in fiamme, il generale Stefano Messina: «Situazione imprevedibile»

La Brigata Sassari nel Libano in fiamme, il generale Stefano Messina: «Situazione imprevedibile»

Nel territorio ci sono 1200 soldati sardi: «Siamo sereni, siamo abituati a operare in scenari complessi»

24 settembre 2024
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Sassari «Ci troviamo di fronte a una situazione imprevedibile, nella quale dobbiamo essere pronti a qualsiasi scenario e per questo i piani vengono aggiornati di continuo». Lo ha dichiarato il generale di brigata Stefano Messina, comandante della Brigata Sassari, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera. «Il nostro lavoro prosegue come sempre: sono decine ogni giorno le segnalazioni fatte dall’Unifil, e quindi anche da noi, al Consiglio di Sicurezza dell’Onu su violazioni lungo la blue line, da una parte e dall’altra: sconfinamenti di droni, colpi d’arma da fuoco e di artiglieria. Ma anche jet che sorvolano la zona cuscinetto per le missioni di bombardamento».

Il generale Messina si trova al comando della Brigata Sassari nella base «Millevoi» a Shama, sullo scenario israelo-libanese. La storica brigata sarda ha preso il posto degli alpini della Taurinense nel Settore ovest, in uno dei momenti peggiori dopo la strage di Hamas del 7 ottobre scorso e la risposta di Tel Aviv con l’invasione di Gaza. Per i sardi è la terza volta in missione in Libano, dove resteranno fino a febbraio 2025. L’Italia in ambito Unifil è presente nella zona dal 1978. 

«Il morale dei nostro soldati è alto e non potrebbe essere altrimenti – ha aggiunto il generale Messina nell’intervista rilasciata al Corriere -. Siamo sereni, anche perché abituati a operare in scenari complessi e con un bagaglio di esperienza consolidato perché maturato in diversi teatri operativi. Lo staff principale è composto da personale per la seconda-terza volta in Libano. I nostri 1.200 militari possono contare su misure di sicurezza adeguate che ci consentono di portare avanti il mandato che ci è stato assegnato».

«L'Italia, con una presenza che risale al 1982, è un punto di riferimento per l’intera regione del Libano e per la sua popolazione. Questa partecipazione ha un forte valore per la stabilità, e finché le condizioni di sicurezza lo permetteranno, condizioni che monitoriamo costantemente, la missione resta di primaria importanza – ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego.. Tuttavia, è chiaro che se ci dovesse essere un'invasione di larga scala del sud del Libano, ciò complicherebbe ulteriormente la situazione ed è per questo che è fondamentale avere un approccio lucido e prudente. La sicurezza dei nostri militari è una priorità assoluta e stiamo valutando attentamente ogni possibile scenario. Il nostro auspicio è che si arrivi presto a un cessate il fuoco, e ribadiamo la necessità di lavorare a soluzioni di lungo termine, come il principio dei "due popoli, due Stati" in Palestina, e la riduzione delle tensioni con Hezbollah. Un sentito ringraziamento alle donne e agli uomini della Brigata Sassari, attualmente impegnati in Unifil. In Libano operiamo da oltre 40 anni, conosciamo il territorio e siamo preparati a fronteggiare le varie eventualità con la massima attenzione e professionalità».

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