La Nuova Sardegna

Il racconto

Morte Giuseppe Maio: la ricostruzione del giallo di Hammamet

di Nadia Cossu
Morte Giuseppe Maio: la ricostruzione del giallo di Hammamet

L’ex carabiniere sarebbe stato avvelenato da un liquore artigianale, era a casa di un ex poliziotto sardo, anche lui intossicato

02 ottobre 2024
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Sassari È a metà strada tra una spy story e un fatale incidente domestico quello che è accaduto il 21 settembre ad Hammamet, la principale città turistica della Tunisia. Una cena tra colleghi pensionati, tutti italiani, si è trasformata in tragedia per uno dei nove commensali – l’ex carabiniere 62enne di Alghero Giuseppe Maio – che da tempo hanno scelto il Nord Africa per godersi l’assegno dell’Inps con i vantaggi fiscali che quel Paese garantisce.

Ex appartenenti alle forze dell’ordine – qualcuno anche con un recente passato nei Servizi segreti – si erano ritrovati nell’abitazione dell’ex poliziotto sardo Ivo Spanu per una serata di convivialità. Al termine della cena il padrone di casa ha offerto agli invitati un liquore artigianale. Maio, di origini messinesi ma adottato da Alghero dove si è sposato e ha prestato servizio per quasi trent’anni come appuntato dell’Arma, sarebbe caduto per terra dopo averne bevuto un solo sorso e sarebbe poi deceduto in ambulanza. Anche altri tre, compreso Spanu, sono rimasti intossicati dopo averlo sorseggiato.

Sono stati ricoverati all’ospedale di Nabeul: uno di loro (ex agente dell’Aise, l’agenzia di informazione e sicurezza interna, di cui non sono state rese note le generalità) fino a due giorni fa era in coma farmacologico e si stava valutando l’opportunità di un suo trasferimento in Italia. Fin qui potrebbe sembrare la tragica cronaca di una cena tra ex colleghi finita nel peggiore dei modi. Perché quel liquore, a quanto pare, potrebbe esser stato mal conservato o realizzato con poca cura e attenzione. Ottenuto con i noccioli di pesca in alcol etilico va bevuto con prudenza perché se si ingeriscono in quantità i semi che contengono l’amigdalina, può accadere che questa sostanza, entrando in contatto con i succhi gastrici, si trasformi nel comune cianuro. Con effetti letali.

Ma c’è poi l’altra parte della storia. Quella che racconta di una brillante operazione di polizia giudiziaria – alla quale non è escluso abbiano partecipato proprio alcuni di quei commensali in qualità di ex agenti segreti – che l’8 agosto aveva portato all’arresto, ad Hammamet, del latitante siciliano Angelo Salvatore Stracuzzi, sospettato di avere legami con la mafia agrigentina e sul quale pendeva un mandato di cattura.

Ecco perché la morte per avvelenamento di Giuseppe Maio, e la lotta per la vita di un altro amico presente alla stessa cena, ad alcune fonti investigative non sono più sembrate eventi fortuiti. Ma la prudenza è d’obbligo, in questo momento. C’è una famiglia che piange un proprio caro, che chiede silenzio e comprensione in attesa che le indagini facciano il loro corso. Le autorità tunisine hanno disposto l’autopsia sul corpo del 62enne e solo dopo che verrà eseguito l’esame necroscopico la salma potrà essere restituita ai parenti, verosimilmente nel fine settimana.

La moglie di Maio è rientrata qualche giorno fa ad Alghero, anche lei si trovava in Tunisia col marito. Lui, che per tanto tempo ha lavorato anche nell’ambasciata di Islamabad (in Pakistan), era andato in pensione quattro anni fa e di comune accordo la coppia aveva scelto le coste di Hammamet per trascorrere periodi di serenità. E – perché no? – anche per risparmiare qualche soldo e magari togliersi uno sfizio, di tanto in tanto. Con questo spirito erano partiti in Tunisia e lì si erano creati nuove amicizie, molte delle quali costruite all’interno di un gruppo di ex appartenenti alle forze dell’ordine. Il richiamo della Sardegna – di Alghero in particolare – c’era sempre però. I figli, il mare, le origini.

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