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Sanità, gap 90 a 10 tra nord e sud: «Nel 2025 si potrà colmare»

di Luigi Soriga
Sanità, gap 90 a 10 tra nord e sud: «Nel 2025 si potrà colmare»

Peru: «La sentenza della Consulta consente alla Regione di modificare i budget». Di Nolfo: «Nella nuova programmazione servono maggiori risorse per Sassari»

18 ottobre 2024
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Sassari Una sanità che viaggerà ancora a due andature: più spedita al sud dell’isola, in perenne salita al centro nord. Tutta questione di budget concesso dalla Regione alle strutture sanitarie private convenzionate per la specialistica ambulatoriale e per le prestazioni cliniche, nell’ambito dell’abbattimento delle liste d’attesa. Da oltre un decennio il divario tra Cagliari e Sassari è di un rapporto di 90 a 10, sul fronte cliniche private, e di 70 a 30 sulla specialistica ambulatoriale. Il 2025 non sarà da meno. Questo perché fino ad ora la norma non ha consentito di tagliare per più del 2% le risorse concesse l’anno precedente agli ambulatori privati. Il risultato, anche per quest’anno sarà il seguente: chi abita nel territorio di competenza dell’Asl di Sassari potrà contare su 17 euro pro capite per le spese mediche extra pubblico, mentre chi risiede a Cagliari è coperto per un tetto di 71 euro pro capite.

Il consigliere regionale di opposizione Antonello Peru da sempre si è occupato di sanità, conosce molto bene la materia. Dice: «Se davvero si vuole incidere seriamente sull’abbattimento delle liste d’attesa e colmare il gap tra Sassari e Cagliari, bisogna agire soprattutto sul fronte delle prestazioni cliniche. I numeri sono questi: tutte le strutture private convenzionate di Cagliari percepiscono 90 milioni, mentre il Policlinico di Sassari può contare su 11 milioni. Dopodiché c’è il Mater Olbia che ha ottenuto 62 milioni. Come si può vedere c’è una sproporzione netta di risorse tra Sassari e Cagliari. Se fino ad ora questo tetto massimo di 103 milioni complessive da destinare alle cliniche private non era modificabile, la recente La sentenza numero 14 della Corte costituzionale consente alla Regione di rivedere i massimali di spesa per garantire i livelli essenziali di assistenza e ridurre i tempi di attesa, eccedendo i limiti previsti dalla normativa nazionale. Questo significa che se il Policlinico nei primi sei mesi rischia di consumare gli 11 milioni a disposizione ed è costretto a rallentare le attività, la Regione è legittimata ad incrementare le risorse. Il pronunciamento della Consulta glielo consente. E la sentenza rimuove anche quel vincolo del 2% sulle variazioni di budget da un anno all’altro per le prestazioni ambulatoriali. Insomma se c’è la volontà politica di colmare il divario tra nord e sud, ora ci sono anche gli strumenti per agire.

Sul fronte maggioranza, il consigliere algherese Valdo di Nolfo è convinto che la giunta apporterà dei correttivi nella programmazione 2025: «Il divario negli ultimi anni si sta estremizzando – dice – occorre assolutamente intervenire. A quanto risulta dai report, le risorse sufficienti per colmare il gap nord-sud non sono insormontabili, si parla di meno di 10 milioni per la specialistica ambulatoriale. Nessuno vuole tagliare da una parte, per aumentare dall’altra. Ma bisogna a tutti i costi incrementare il badget per le Asl finora penalizzate. A Sassari, ma anche a Nuoro e Oristano, la situazione delle liste d’attesa è diventata complicata, e necessita che gli interventi finora avviati trovino ulteriore spinta. Tutti i territori dovrebbero avere le stesse opportunità e le stesse risorse, in modo che la sanità in Sardegna possa viaggiare a una sola velocità».

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