La Nuova Sardegna

Terremoto in Regione

Alessandra Todde decaduta, tra le spese contestate una bolletta di 153 euro

La governatrice della regione Sardegna Alessandra Todde
La governatrice della regione Sardegna Alessandra Todde

Tutti i dettagli dei rendiconti della presidente nel mirino del Collegio di garanzia elettorale

3 MINUTI DI LETTURA





Cagliari La presidente della Regione e i titolari dello studio Ballero, a cui Alessandra Todde si è rivolta per tutelarsi nel procedimento dinanzi al Collegio di Garanzia elettorale, hanno potuto leggere solo ieri sera, 3 gennaio, le 10 pagine del provvedimento emesso lo scorso 20 dicembre.

Una decisione articolata in sette punti, a cui adesso la Todde, non si sa se coadiuvata oltre che dai suoi legali di fiducia anche dall’ufficio legale della Regione, dovrà rispondere nel dettaglio, cercando di superare le incertezze dichiarate dal collegio a fronte della prima memoria difensiva, di fatto non presa in considerazione.

Il collegio ritiene che non vi sia stata chiarezza, non solo contabile ma soprattutto procedurale nelle dichiarazioni di spesa e nei rendiconti. Non si capisce come in più punti le spese «indicate nei documenti depositati afferiscano alle spese della singola candidata alla carica di Presidente o alla campagna elettorale dei candidati alla carica di consigliere sostenuti dal Movimento».

Il secondo e il quarto punto di critica riguardano l’assenza del mandatario, visto che Todde ha compilato i moduli firmandoli di suo pugno, ma non avendo nominato un mandatario (cioè un garante che si fa carico di tutti gli atti legati in questo caso alla campagna elettorale, uno dei primi elementi a conoscenza di chi fa campagne elettorali) non poteva certificare la veridicità del rendiconto. L’atto di invio alla Corte dei Conti firmato dal senatore Licheri non viene considerato dunque valido.

Il terzo punto riguarda l’assenza di un conto corrente dedicato alla raccolta fondi: la candidata presidente ha prodotto solo una lista movimenti di un conto corrente di Banca Intesa di Montecitorio (presumibilmente dei Cinque Stelle) e non un estratto conto «dal quale risulti l’intestazione del conto corrente utilizzato».

C’è anche una fattura da 153 euro e 16 centesimi per spese di consumo di energia elettrica nella sede di via Sonnino a Cagliari intestata a Todde, e non al suo comitato, e mai depositata dalla presidente nei fascicoli di rendicontazione delle spese. È stata recuperata dalla direzione provinciale di Nuoro dell’Agenzia delle Entrate e trasmessa al collegio regionale. È uno degli elementi contestati alla presidente che fanno parte dell’ordinanza.

Altro punto criticato dal collegio, l’assenza dei soggetti “persone fisiche o giuridiche” che hanno erogato i 38mila euro in due tranche. In realtà nel rendiconto è citata l’associazione Movimento Cinque Stelle con il codice fiscale e l’indirizzo. Infine non si capirebbe su quale conto siano state indirizzate le donazioni raccolte tramite Paypal, per importi però risibili, da 250 a dieci euro. Nel rendiconto compaiono le mail di chi ha donato, il giorno e l’ora, per un totale lordo di 950 euro. Il collegio cita il ricevimento dei documenti e della memoria difensiva di Todde, ma precisa che gli atti prodotti possono andare solo «a chiarimento».

Invece secondo i giudici la presidente ha chiesto non solo di integrare i documenti già presentati ma di sostituirli con la nuova memoria. Atto respinto dal collegio che giudica non sanabili gli errori indicati in precedenza. E questo vale sia per l’assenza di mandatario che per l’equivoco tra spese elettorali del candidato Cinque Stelle e candidato di coalizione. (gcen)

Primo piano
Politica

Caso Todde, a Roma è scontro destra-sinistra

Video

La Befana porta lo sciopero a Mondo Convenienza a Sassari

Le nostre iniziative