Alessandra Todde va all’attacco: «Smonterò le accuse»
La presidente punta a contestare i 40mila euro al tribunale civile. L’obiettivo è quello di evitare il pronunciamento del Consiglio
Cagliari Se la polemica con le dichiarazioni di esponenti politici di entrambi gli schieramenti impazza, il fronte istituzional-giudiziario è ancora al palo. E lo è per un motivo banale. La soluzione al rebus della decadenza della Todde, che porta automaticamente lo scioglimento del Consiglio, ancora non c’è. La prova dell’incertezza è nell’ipotesi, autorevole, di un cambio di strategia processuale da parte dei legali della presidente. Ipotesi che come tale può durare lo spazio di un mattino e che in ogni caso sarà sciolta solo con la presentazione del ricorso nei prossimi giorni.
Quest’ultima ipotesi prevede un solo ricorso, al Tribunale Civile, contro la sanzione di 40mila euro. Il perché lo dice la stessa ordinanza. Secondo l’atto del collegio, infatti, «tenuto conto delle molteplicità e della rilevanza delle irregolarità riscontrate, della totale inosservanza della normativa .... determina la sanzione di 40mila euro, e ne ingiunge il versamento», fatta salva l’opposizione entro 30 giorni all’ordinanza/ingiunzione al competente tribunale.
Poi il passaggio successivo che farebbe dipendere l’eventuale decadenza dalla sanzione. «Tenuto conto delle violazioni così come suindicate, dispone la trasmissione della presente ordinanza/ingiunzione al presidente del Consiglio Regionale per quanto di sua competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza». Secondo una linea che sta prendendo corpo nel collegio di difesa, è la sanzione che governa la decadenza e ne costituisce l’indispensabile premessa. Annullata quella, verrebbe meno questa. Per arrivare a questo risultato, che a questo punto non prevede passaggio al Tar, servirà un atto di impugnazione, che avvierà un percorso, lungo i tre gradi di giudizio tradizionali, sicuramente non breve, al Tribunale Civile, con eventuale passaggio in Appello e in Cassazione.
Il Consiglio
Se questa sarà la linea di difesa della Todde, lo si saprà presto, entro questa settimana. Non è escluso che le sue scelte risultino alla fine complementari a quelle che adotterà il presidente del Consiglio Piero Comandini, che si trova a districarsi tra la legge regionale che dice che «il presidente del Consiglio pronuncia la decadenza ai sensi del proprio regolamento», e quella nazionale che in un punto usa le stesse espressioni della legge regionale, mentre poche righe più su parla di «delibera della Camera di appartenenza» (in questo caso il Consiglio).
In mezzo il regolamento del consiglio che prevede voto segreto per atti che riguardano le persone. Il rebus è tutto qui. Si vota o non si vota? Un ginepraio che potrebbe essere sciolto dal presidente del Consiglio che «prende atto» dell’ordinanza, e riscontrata l’apertura di un ricorso, propone all’aula di rimandare, attraverso un voto formale, la decisione. Prima la fine del processo, poi il voto dell’aula. Ma prima di questo atto serve il parere autorevole della giunta per le elezioni che dovrà riferire «al Consiglio entro 90 giorni» dal momento in cui è venuta a conoscenza di sopravvenute irregolarità. La giunta si riunirà la settimana prossima.
Le reazioni
Naturalmente il voto dell’aula, non sulla decadenza ma sul fatto che è stato aperto un contenzioso e che quindi non si può al momento decidere, può essere impugnato in sede civile, e in quel caso il Consiglio regionale può costituirsi contro l’impugnazione.
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