Siccità, crisi senza fine: bacini pieni solo al 41% e Todde chiama Meloni
I dati fanno paura. La Regione chiede poteri straordinari per limitare i danni
Sassari Anno nuovo, emergenza vecchia. Secondo l’ultimo bollettino degli invasi, diffuso dalla Direzione generale del Distretto idrografico, le piogge e la neve cadute nelle ultime settimane non sono bastate a rendere meno complicate le proiezioni per i prossimi mesi. Al 31 dicembre, l’isola poteva contare su un totale di 750 milioni di metri cubi d’acqua (l’anno scorso erano 906), appena il 41 per cento del volume invasabile ma, soprattutto, l’8,5 per cento in meno della quantità disponibile il 31 dicembre del 2023.
Un dato che fu anche l’anticipo di un’annata complicata che, in diverse aree dell’isola, si era tradotta in una costante emergenza idrica per il settore primario ma anche per le quote di acqua potabile disponibili per la popolazione. Con una quota inferiore a quella del 2023, i presupposti per il resto del 2025 non sono certo rassicuranti. Tanto che la presidente della Regione, Alessandra Todde, ha chiesto l’intervento del Governo.
L’sos dall’isola
La richiesta d’aiuto è partita ieri dagli uffici della presidenza della Regione, indirizzata a quelli della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La richiesta è inequivocabile: «Emergenza nazionale per la grave situazione di deficit idrico che interessa il nostro territorio». «Negli ultimi anni – continua Alessandra Todde – i fenomeni siccitosi hanno portato a una riduzione significativa delle risorse idriche, con pesanti ripercussioni sui settori idropotabile e agrozootecnico. La situazione si è ulteriormente aggravata a causa dei deflussi registrati tra ottobre e dicembre 2024, che non hanno consentito di ripristinare le scorte idriche. I dati sono preoccupanti: l’ultimo bollettino aggiornato al 31 dicembre 2024 indica che nei nostri invasi sono presenti solo 750 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 41 per cento del volume autorizzato per i bacini dell’isola. Inoltre, alcuni sistemi idrici strategici, come quelli di Alto Cixerri, Alto Taloro, Posada e Ogliastra, hanno raggiunto il livello di emergenza - codice rosso. Nonostante la dichiarazione dello stato di emergenza regionale, adottata dalla Giunta lo scorso luglio e prorogata fino al 30 giugno 2025, è chiaro che servono mezzi e poteri straordinari per affrontare questa crisi in modo più efficace e scongiurare il rischio di un peggioramento ulteriore».
La norma
In questi casi, si legge nel sito della presidenza del Consiglio dei ministri “il dipartimento della Protezione Civile è intervenuto, d’intesa con i ministeri competenti e con le Regioni interessate, con la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri e attraverso ordinanze che hanno conferito ai Presidenti delle Regioni, nominati Commissari Straordinari, i poteri e gli strumenti necessari per fronteggiare l’emergenza nel settore dell’approvvigionamento idrico e del servizio idrico integrato”.
In sostanza, per cercare di tamponare l’emergenza, che oltre alla riduzione delle piogge è dovuta anche alle perdite del sistema idrico, sarà necessario “gestire in maniera oculata e razionale le falde acquifere, ridurre i consumi, realizzare interventi di riparazione o di rifacimento delle condotte, impiegare reti di adduzione e distribuzione duali che consentono l’utilizzo di acqua pregiata per fini potabili e di acqua depurata per alcuni usi compatibili”. Nella speranza che il meteo dia una mano all’isola portando in dote le piogge che sono mancate negli ultimi anni.