Riforma sanità, le urgenze riguardano la carenza di personale e il sovraffollamento dei letti
I sindacati in audizione con la commissione in Consiglio vanno all’attacco
Cagliari Il tema sempreverde è quello della carenza di personale. A cui però si affianca il rischio di un collasso: perché al momento i posti letto occupati negli ospedali dell’isola sono al 120%. E ancora, serve un sistema digitale integrato e serve non togliere potere alle aziende sanitarie locali. Questo è ciò che è emerso dalle audizioni dei sindacati sanitari di Cigl, Cisl, Uil e Ugl e Confederazione sindacale sarda in merito agli scenari sulla riforma della Sanità.
Al centro dei lavori della commissione Sanità, presieduta da Carla Fundoni (Pd), sono state le audizioni di: Luigi Mascia (Cimo); Maria Luisa Boi (Uil-Fpl); Vito Meloni (Cida); Miriam Pastorino (Fp-Cgil); Gianluigi Luridiana (Fesmed); Alessandro Bianchi (Cosmed); Gisella Carrucciu (Fassid); Daniele Deruda (Anaao); Cesare Iesu (AAroi-Emac) e Massimiliano Piccoi (FvM).
Le organizzazioni sindacali hanno espresso posizioni critiche e avanzato proposte migliorative, evidenziando le principali problematiche. Si è posto l’accento sulla necessità di affrontare nell’immediato le troppe urgenze che caratterizzano il sistema sanitario sardo. Da qui è emerso che la percentuale dei posti letto occupati è pari al 120%. E gli interventi, a giudizio della maggior parte degli intervenuti, potrebbero subire ulteriori ritardi a causa dei tempi di attuazione di un nuovo disegno di riforma.
I rappresentanti degli operatori della sanità dell’isola hanno evidenziato come principali criticità del sistema la frammentazione digitale e la gestione dei dati tra ospedali, territorio e privati. Ed è stata, dunque sottolineata l’urgenza di un sistema digitale integrato per garantire omogeneità nei trattamenti, creare registri sanitari regionali e migliorare la gestione delle emergenze.
L’ulteriore sottolineatura ha riguardato la carenza del personale: è stato richiesto un piano di assunzioni e lo svolgimento dei concorsi, per sostituire i professionisti che hanno lasciato il lavoro nella sanità pubblica. Le perplessità hanno riguardato, in particolare, ruolo e funzioni che, nella proposta della Giunta, sono attribuite all’Ares accusata di non adempiere pienamente al suo ruolo tecnico-amministrativo. Un contesto in cui i sindacati temono una ulteriore perdita di autonomia decisionale delle aziende sanitarie locali. Sul punto è stata più volte citata la sentenza della Corte costituzionale che ribadisce l’autonomia gestionale delle aziende sanitarie, nonché l’opportunità di rafforzare – rispetto ad Ares – il ruolo di indirizzo e controllo della direzione generale dell’assessorato della Sanità.
Ulteriori proposte hanno riguardato il potenziamento della sanità territoriale e non sono mancati riferimenti in negativo ai cosiddetti accorpamenti delle strutture ed in particolare a quello ipotizzato del Microcitemico di Cagliari con il Brotzu dove Il 95% dei lavoratori del Microcitemico sarebbe contrario all’accorpamento.