Cardiologia, nel corridoio anche due file di barelle: overbooking nei reparti
Ricoveri complicati: da quasi un mese il 118 dirotta alcune ambulanze verso Alghero e Ozieri
Sassari Ogni giorno, ambulanze che arrivano cariche di emergenze devono fare i conti con reparti in overbooking e corridoi già strapieni. Ogni giorno, medici e infermieri cercano di fare spazio dove spazio non c’è. Così a Sassari, ma anche a Nuoro, che nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme barelle nei corridoi. All’Aou di Sassari lo scenario però è cronico, tanto è vero che il 118 da quasi un mese ho dovuto adottare delle contromisure: dirottare alcuni pazienti a bordo dei mezzi di soccorso verso altri presìdi, in primis Alghero e poi Ozieri. Il simbolo del sovraffollamento resta il reparto di Cardiologia, dove le postazioni aggiuntive parcheggiate fuori dalle stanze (stra sature di ricoverati), arrivano anche a 18-20. Significa che le barelle talvolta si trovano su entrambi i lati del corridoio.
Una situazione surreale per un reparto così delicato come quello di Cardiologia, che rappresenta il principale punto di riferimento di tutto il nord Sardegna che viaggia a una media di circa 2500 ricoveri l’anno, ma che può contare con un numero di letti assolutamente sottodimensionato. Quindi, allo stato attuale, se si vuol offrire ai cardiopatici una chance di sopravvivere, il sovraffollamento è purtroppo il disagio inevitabile da mettere in conto. L’ampliamento va avanti, c’è il progetto con ulteriori 20 postazioni, ci sono i finanziamenti, i lavori sono a buon punto ma non ancora ultimati. Il personale sanitario perciò stringe i denti e continua a salvare le vite con le risorse a disposizione. Queste criticità sono state al centro del confronto tra i sindacati e i vertici dell’Aou, che si è svolto due giorni fa.
«L’obiettivo – spiegano Cgil, Cisl e UIl – era discutere della gravissima situazione che sta mettendo a rischio la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti e del personale sanitario». Il direttore generale dell’Aou Antonio Spano ha illustrato le azioni che l’azienda sta mettendo in campo per cercare di sbloccare il vincolo che ad oggi impedisce di assumere il personale necessario per fronteggiare l’emergenza “accessi” ospedalieri. La panoramica è allarmante: nel 2023, gli accessi ospedalieri sono aumentati in modo esponenziale, con oltre 9.000 barelle e letti aggiuntivi, cifra che è salita a ben 12.000 nel 2024.
«Ciò sta a significare – dicono i sindacati – che la pressione che l’ospedale deve sopportare poiché il territorio non è in grado di filtrare i bisogni di salute, in quanto del tutto assenti strutture di degenza e servizi che in qualche misura potrebbero prendere in carico una certa tipologia di domanda di salute, nonché agevolare le dimissioni ospedaliere. A ciò aggiungasi il fatto che per governare il fenomeno del sovraffollamento, occorrerebbero un certo numero di nuove risorse professionali, per fronteggiare e meglio gestire, soprattutto in termini assistenziali, le persone costrette a stare in barelle o nei letti aggiuntivi. Purtroppo però, al momento, la direzione aziendale dichiara che non è possibile ricorrere a nuove assunzioni poiché il bilancio, a suo tempo “bocciato” dalla regione, è ancor a in fase di esame da parte del collegio sindacale per una sua approvazione e validazione da parte dell’assessorato».
L’azienda si è comunque impegnata ad esaminare, insieme al dipartimento delle professioni sanitarie, i numeri sui posti vacanti al 31 dicembre 2024, assicurando che almeno le cessazioni dal servizio possano essere ricoperte ad “isorisorse”. «Una soluzione questa – si lamentano i sindacati – che impatterà minimamente rispetto ai reali bisogni di nuovo personale». Per Cgil, Cisl e Uil lo sciopero del comparto sanità sarà inevitabile. (lu.so)