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La strage in mare

Moby Prince, nessun colpevole: la Dda ha chiesto l’archiviazione

Moby Prince, nessun colpevole: la Dda ha chiesto l’archiviazione

Il procuratore di Livorno in commissione d’inchiesta: «Dopo 34 anni impossibile dimostrare il dolo». Nel rogo morirono 140 persone, 30 i sardi

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Sassari La Dda di Firenze ha "recentemente richiesto al gip l'archiviazione" dell'indagine sul disastro della

Moby Prince nel quale la notte del 10 aprile 1991, di fronte alle coste del porto di Livorno, morirono 140 persone tra passeggeri e equipaggio e vi fu un unico sopravvissuto. Lo ha riferito il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Livorno, Maurizio Agnello ascoltato in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince.

«Condurre indagini su un fatto, sebbene di straordinaria gravità, avvenuto quasi 34 anni fa è un compito a dir poco arduo specie per un magistrato del pubblico ministero che non essendo giornalista, scrittore o storico non deve perseguire suggestioni o mere ipotesi di lavoro, ma deve avere come obiettivo la raccolta di prove atte a sostenere l'esercizio dell'azione penale in relazione a reati non coperti da prescrizione ovvero una richiesta di archiviazione - ha sottolineato Agnello alla commissione presieduta da Pietro Pittalis (Forza Italia) – Di reati non ancora prescritti in relazione al disastro Moby Prince oggi sopravvive la sola strage nella forma dolosa – ha continuato il procuratore aggiungendo che «occorrerebbe quindi dimostrare che qualcuno abbia intenzionalmente agito al fine di cagionare la morte di

140 persone al di fuori di un contesto di terrorismo eversivo o di criminalità mafiosa in relazione ai quali ha già indagato la Dda di Firenze che recentemente ha richiesto al gip l'archiviazione di quel procedimento».

«La procura di Livorno - ha proseguito Agnello - a decorrere dal 2018, sulla scorta delle conclusioni della prima Commissione parlamentare di inchiesta, ha condotta un'indagine lunga, approfondita e scrupolosa e sta vagliando le conclusioni che la polizia giudiziaria delegata - la guardia di finanza di Firenze - ha rassegnato in una informativa di oltre 1400 pagine. Contrariamente alla procura di Firenze, la procura di Livorno ancora non ha formulato le sue richieste al giudice delle indagini preliminari», ha sottolineato.

In precedenza era stato ascoltato davanti alla Commissione di inchiesta il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, Filippo Spiezia, sentito per la maggior parte dell'audizione in modalità segreta su sua richiesta: «Doverosamente – ha detto Spiezia - il mio ufficio rimane aperto a qualsiasi eventuale, ulteriore prospettiva che dovesse eventualmente indicare, suggerire la commissione all'esito dei suoi lavori. Noi abbiamo condotto un procedimento a carico di ignoti, le indagini erano scadute quindi non si poteva fare altro, ma nulla impedisce che se dovesse emergere input ulteriori potranno essere avviati ulteriori accertamenti».

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