La Nuova Sardegna

La strage in mare

Moby Prince, Pittalis: «Non ci arrendiamo, lo dobbiamo alle vittime»

Moby Prince, Pittalis: «Non ci arrendiamo, lo dobbiamo alle vittime»

Il presidente della Commissione d’inchiesta dopo la richiesta di archiviazione: «Il nostro lavoro andrà avanti»

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Sassari «Questa vicenda non può essere relegata nel dimenticatoio. Lo dobbiamo alle 140 vittime e alla storia della nostra marineria»: così Pietro Pittalis, presidente della Commissione di inchiesta alla Camera sulle cause del disastro della Moby Prince, commenta la richiesta di archiviazione dell'indagine,  arrivata dalla Dda di Firenze.  A renderlo noto è stato il procuratore di Livorno, Maurizio Agnello, sentito proprio dalla Commissione parlamentare. 

«Non entro nel merito dell'attività della magistratura — spiega Pittalis —, sappiamo che deve stabilire una verità processuale legata a norme e principi sul piano probatorio che è legata a seguire. Noi confidiamo di poter proseguire il nostro lavoro sulla ricostruzione di una verità storica». 

Da poco è stato sentito anche il procuratore del Tribunale di Firenze, Filippo Spiezia, in audizione secretata. «Possiamo però dire che è stata esclusa l'ipotesi di strage legata a fatti eversivi o organizzazioni criminali, che era il filone su cui lavorava quella procura», dice Pietro Pittalis. Nel suo intervento, Agnello ha invece sottolineato la difficoltà di condurre indagini a 34 anni di distanza sul dolo: «Il dottor Agnello ha ragione nell'evidenziare l'aspetto temporale, perché se non altro ciò che doveva essere fatto nell'immediato non è stato fatto. Mi riferisco — così il parlamentare sardo — al sequestro della petroliera Agip Abruzzo con cui è avvenuto lo scontro, agli esami autoptici sui cadaveri e a una serie di carenze. Ecco la ragione per la quale le risultanze a cui è pervenuta allora la magistratura con le prime sentenze non ci appagano». 

Da parte della Commissione presieduta da Pittalis l’assicurazione che continuerà sul fronte della ricerca di elementi di ricostruzione. In particolare «di elementi per capire se ci fosse o meno la presenza di un terzo natante che può aver determinato la manovra del Moby Prince e porsi come concausa di impatto, e altri aspetti legati alla posizione dell'Agip Abruzzo che stazionava dove non doveva».

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