Emozioni e coscienza, cuore e cervello sono connessi: svelato il legame
La conferma arriva da un recente studio di un team di bioingegneri dell’università di Pisa pubblicato sulla rivista Nature Reviews Cardiology
Roma «In studi molto recenti è stato dimostrato che in realtà è il cuore a modulare principalmente l’attività cerebrale, ed è quindi il cuore, prima del cervello, ad essere responsabile della percezione di emozioni, cognizione e coscienza». Cuore-cervello, cervello-c
uore: uno studio appena pubblicato dalla rivista scientifica Nature Reviews Cardiology, fra le più autorevoli al mondo nel settore, per la prima volta conferma la connessione fra il sistema cardiovascolare e quello neuronale. A firmare lo studio è il team di bioingegneri del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione, Gaetano Valenza, Zoran Matic e Vincenzo Catrambone. La ricerca ha portato alla scoperta dell’asse cuore-cervello, ovvero l’insieme delle connessioni anatomiche e funzionali: «Qualche anno fa avevamo dimostrato questa teoria con un modello matematico – svela Gaetano Valenza – oggi possiamo studiare questa connessione addirittura a livello molecolare, cioè guardando come i neuroni cardiaci controllano le emozioni insieme al metabolismo di ogni individuo. Si tratta di un campo di ricerca assolutamente pionieristico, e che in pochissimi mesi sta facendo decisivi passi avanti, verso lo sviluppo di conoscenza e tecnologie centrate sulla comprensione di aspetti fondamentali dell’essere umano».«Che cuore e cervello siano strettamente connessi – spiega Gaetano Valenza, docente di bioingegneria all’Università di Pisa – è un’ipotesi che, a partire dai primi anni duemila, si è fatta sempre più strada, e che si basa sull’osservazione che malattie cardiologiche e neurologiche sono spesso associate. Per esempio, i soggetti con patologie neurologiche sono maggiormente a rischio di malattie cardiovascolari mentre, viceversa, pazienti che hanno subito un infarto hanno un rischio di depressione aumentato di oltre il 50%. Queste osservazioni – continua Valenza – hanno portato la convergenza di molti sforzi da parte di cardiologi, neurologi, neuroscienziati e ingegneri biomedici per comprendere il funzionamento di quello che è considerato un vero e proprio “organo virtuale”, chiamato “asse cuore-cervello”».
I meccanismi e i componenti fisiologici di questo asse erano sconosciuti, almeno nel dettaglio, perché ogni campo del sapere ha operato separatamente, dando le proprie caratterizzazioni specifiche, che però non hanno raggiunto una spiegazione completa. Per la prima volta, i ricercatori hanno messo insieme la conoscenza prodotta sull’argomento mettendo in luce il collegamento, che avviene attraverso le tre componenti fondamentali dell’asse cuore-cervello: la parte di tessuto nervoso, collegato a regioni specifiche del cervello, rende possibile l’interazione tra sistema nervoso autonomo e sistema nervoso centrale. Per quanto riguarda la parte meccanica: «Le pulsazioni nelle arterie cerebrali indotte dal battito cardiaco, che abbiamo constatato essere una parte essenziale nella trasmissione dell’informazione lungo l’asse; e la parte biochimica, che comprende ormoni ed altre biomolecole avvertite sia da cuore che da cervello».
«Questo approccio integrato ci ha consentito di introdurre un fondamentale cambio di paradigma nello studio della relazione cuore-cervello, basato anche sullo studio di come le tre componenti identificate interagiscono tra di loro», precisa Valenza. (im)