Roberto Deriu: «Province al voto, era ora. Ma sulle Città metropolitane è un pasticcio»
Il capogruppo Dem su luci e ombre della proposta di legge che riporta l'elezione diretta negli enti intermedi
Sassari Ha portato a casa un deciso passo verso il ritorno all’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei consigli provinciali, grazie alla proposta di legge nazionale, di cui è il primo firmatario, approvata all’unanimità in commissione Autonomia, ma invece che rallegrarsi il capogruppo Dem Roberto Deriu si duole che: «Ci siano voluti 13 anni per fare capire al sistema politico, conformista e demagogo, una cosa ovvia: ogni comunità autonoma necessita di una rappresentanza democratica, visibile, conosciuta, la cui legittimazione provenga dal Popolo».
Il pasticcio E, pur sottolineando che la proposta di legge che passerà ora all’esame dell’aula del consiglio regionale, prima di concludere il suo iter in sede parlamentare, non riguarda il sistema elettorale delle Città metropolitane che resterà di secondo livello, sottolinea: «A essere sbagliato è proprio il concetto di città metropolitana “all’italiana”. In Sardegna si era trovato un compromesso, con la città metropolitana intesa come ente di governo di un’area urbana omogenea che non comprendeva territori montani, rurali, costieri. Il centrodestra purtroppo è voluto tornare allo schema Delrio. E ora ci troviamo all’assurda previsione, in stile medievale, di due simil Province, peraltro difficilmente governabili, di serie A che sono Cagliari e Sassari, e del resto dell’isola che invece è costretto a giocare in serie B. Fortunatamente esiste la possibilità che le Province si uniscano mettendo in comune alcune funzioni e servizi. Un’unione Tirrenica e un’unione Campidanese-Sulcitana potrebbe in parte lenire le evidenti disuguaglianze».
Sassari metropolitana Non che Deriu voglia mettere in discussione il “diritto” di una Sassari metropolitana, anche se non lo convince il fatto che questa sia la strada giusta per il riequilibrio di risorse tra capo di sotto e di sopra dell’isola fino ad ora mancato. «L’ambizione di Sassari di essere città metropolitana è sacrosanta – spiega – e anche razionale vista la necessità di portare avanti progetti in un’area vasta urbana da compattare. Questo però finisce per venir meno se a essere unita è la vecchia Provincia, compresa di aree rurali, montane e costiere, che evidentemente hanno altri problemi ed esigenze. L’accesso ai fondi per i progetti metropolitani inoltre, a meno che non si voglia fare il solito pasticcio all’italiana, finisce per essere difficoltoso proprio per la natura del territorio su cui questi progetti andrebbero calati, che dovrebbe essere un’area omogenea e invece non lo è».
Primo livello Sulle tensioni derivanti dall’ipotesi di elezioni di primo livello anche per le città metropolitane poi: «Non è previsto nella nostra proposta e non è all’ordine del giorno del dibattito», tiene a sottolineare Deriu, nonostante il tema sia tutt’altro che pacifico e non siano mancate pressioni trasversali a tutto l’arco politico per rendere anche la poltrona di sindaco metropolitano contendibile e non assegnata automaticamente al sindaco del Comune capoluogo.
Manutenzione Tornando alle Province «sono nate insieme allo Stato, con territori ben identificabili e come forma organizzativa definita. Rappresentano le comunità, ma con la Legge Delrio del 2014, che si basava sul presupposto che le Province sarebbero state espunte dalla Costituzione, cosa che non è avvenuta, hanno generato un allontanamento dei cittadini nei confronti dell’ente intermedio, che in questi anni di attacchi all’ultimo sangue, tutti falliti, ha dimostrato essere essenziale per l’equilibrio tra le istituzioni e quindi anche rispetto alla qualità dei servizi ai cittadini. La Provincia è un ente di manutenzione e connessione – spiega Deriu che per 9 anni ha guidato la provincia di Nuoro ed è stato anche presidente dell’Unione delle Province sarde – serve per manutenere il territorio e tenerlo connesso. Se ti privi di questa funzione per più di 10 anni il territorio crolla, a iniziare dalle piccole comunità locali che non hanno più una voce».
L’iter Sulla possibilità che questa proposta concluda positivamente il suo iter: «Al Parlamento – ricorda Deriu – giacciono diverse proposte della maggioranza e anche dell'opposizione in questo senso. Noi pensiamo che il Parlamento e il Governo non possano restare indifferenti a una richiesta di democrazia e di restituzione di piena dignità costituzionale alle Province».
In Sardegna le elezioni dirette riguarderebbero le sei Province di Oristano, Nuoro, Nord-Est Gallura, Ogliastra, Sulcis e Medio Campidano.