Pensioni docenti: col riscatto “scontato” della laurea via dal lavoro a 61 anni
Arriva in Senato il disegno di legge che riconosce il valore degli studi universitari e taglia i costi del riscatto
Una rivoluzione attesa da anni potrebbe presto diventare realtà per il mondo della scuola. È arrivato in Senato il disegno di legge che introduce il riscatto agevolato della laurea per insegnanti e personale del comparto istruzione e ricerca. L’obiettivo? Consentire il pensionamento anticipato, riconoscendo il valore degli anni di studio universitario ma a costi decisamente più contenuti.
Oggi riscattare la laurea per fini pensionistici può costare fino a 6.000 euro l’anno. Con la nuova proposta, invece, si scenderebbe a 900 euro per ogni anno di corso regolare. Tradotto: per un percorso quinquennale, il costo complessivo si ridurrebbe da circa 30.000 a 4.500 euro. Una differenza enorme, che potrebbe finalmente rendere accessibile questa opportunità anche a chi, finora, l’aveva solo sognata.
La proposta è stata presentata dalla senatrice Carmela Bucalo (Fratelli d’Italia) e prevede che il beneficio venga esteso non solo agli insegnanti, ma a tutto il personale della scuola e della ricerca: impiegati ATA, universitari, ricercatori, conservatori, accademie e anche chi ha un contratto a termine o è temporaneamente disoccupato. In tutto, si parla di oltre 1,2 milioni di potenziali beneficiari.
L’iniziativa nasce anche dalla spinta della petizione lanciata dal sindacato Anief, che in pochi mesi ha raccolto 120.000 firme. Il tema è urgente: secondo un’indagine dell’Università Bicocca, quasi un insegnante su due soffre di burnout, soprattutto nella scuola secondaria. Se il disegno di legge verrà approvato, i lavoratori del comparto istruzione e ricerca potranno andare in pensione a 61 anni, evitando penalizzazioni sull’assegno e riconoscendo finalmente il peso – anche previdenziale – degli anni spesi sui libri.
La proposta è in attesa di calendarizzazione in Commissione entro fine marzo.