La Nuova Sardegna

L’emergenza

Sardegna isola dei cinghiali: sono più di centomila

Sardegna isola dei cinghiali: sono più di centomila

Numeri raddoppiati e allarme incidenti stradali. Le strategie di contenimento e cosa non si deve fare: parlano gli esperti

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Sassari Sono oltre centomila i cinghiali presenti nel territorio dell’isola. Numeri raddoppiati in pochissimi anni con la Sardegna seconda per presenze solo alla Calabria. Una vera e propria emergenza per la quale l’assessorato regionale all’ambiente guidato da Rosanna Laconi ha deciso di intensificare il proprio impegno. La presenza della fauna selvatica crea anche problemi di sicurezza. Lo confermano i dati. Nel 2024, in Sardegna, si sono registrati 1.239 incidenti stradali causati da cinghiali, a fronte dei 572 casi del 2020. I cinghiali sono stati avvistati sempre più frequentemente anche nei centri abitati, in particolare a Olbia, dove si sta definendo un Protocollo operativo condiviso con il Comune e sottoposto al parere di Ispra. Il documento prevede misure di controllo integrato, ma anche contenimento selettivo della fauna selvatica.

Ma perché il numero dei cinghiali è aumentato in questo modo?

«La proliferazione dei cinghiali sta avvenendo in maniera esponenziale – dice il presidente dell’Ordine dei veterinari Andrea Sarria - Questo è dovuto a vari fattori.  Il primo è che si tratta di animali sempre meno selvatici e sempre più imbastarditi. Si sono incrociati con i maiali, e se decenni fa il cinghiale sardo partoriva mediamente 2 cuccioli, ora si parla anche di 10 suinetti. Basta fare due conti per capire il motivo della crescita ingestibile di questa specie: 100mila cinghiali in Sardegna, la metà sono scrofe, partoriscono 10 piccoli cinghiali a testa, basta moltiplicare per avere il dato. L’altro problema – aggiunge Sarria – è che ormai c’è cibo a sufficienza per il sostentamento di tutti e 10 i cuccioli.

I cinghiali si avvicinano sempre più alle città, trovano avanzi per strada, rovistano vicino ai cassonetti, e talvolta le persone, in maniera sciagurata, lasciano del cibo, pensando di fare del bene. Invece in questo modo si altera l’indole selvatica degli animali e anche il comportamento. La legge sanziona le persone che alimentano la fauna selvatica con 1000 euro di multa».

Che cosa fare per arginare il fenomeno? L’isola si sta muovendo in ordine sparso. «Per frenare la proliferazione – dice Sarria – l’unico sistema è la cattura dei cinghiali con le trappole e il successivo abbattimento nelle strutture autorizzate. Su questa linea si muovono i comuni di Olbia, Santa Teresa e Stintino. C’è anche un discorso di igiene e sicurezza alimentare, perché non dimentichiamo che i cinghiali sono vettori di trichinella e leptospirosi».

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